Dizionario Arte

junk art

Arte realizzata a partire dai prodotti di scarto della vita urbana.

Rappresentando una rivolta contro i materiali tradizionali e una dimostrazione che le opere d’arte possono essere realizzate con le cose più umili e senza valore, la junk art può essere ricondotta ai collage *cubisti, ai ready-made di Duchamp e all’opera di Kurt Schwitters.

Solo dagli anni Cinquanta nel Novecento si può parlare di un movimento junk, in particolare con il lavoro di Robert Rauschenberg, che utilizzò nei dipinti stracci e brandelli di vestiti, ritagli e altri materiali di scarto. Lawrence Alloway fu il primo, nel 1961, a usare la definizione junk art per quel tipo di opere, e il termine fu successivamente esteso alla scultura realizzata con metalli di scarto, legname usato e altro ancora.

La funk art californiana fece uso talvolta di materiali simili. La junk art degli Stati Uniti ebbe analogie con le opere di Tápies e altri in Spagna, Burri e gli artisti dell’ arte povera in Italia e movimenti simili nella maggior parte dei paesi europei e in Giappone, dove le macerie della seconda guerra mondiale furono a volte riconvertite a scopo artistico.

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