Dizionario Opera

Kaspar der Fagottist

Il Theater in der Leopoldstadt era in aperta concorrenza con il Theater auf der Wieden, diretto da Emanuel Schikaneder: da qui il tentativo di imitarsi a vicenda per sfruttare l’uno i successi dell’altro o per battersi sul tempo nel selezionare e proporre le idee migliori. Kaspar der Fagottist è tratto da una fiaba di Christoph Martin Wieland, Lulu , a cui risale anche il plot della Zauberflöte ; Schikaneder si accorse di questa pericolosa coincidenza di trame quando ormai il libretto del Singspiel destinato a Mozart era già avviato e non restava altra soluzione se non modificare alcune circostanze della vicenda, caratterizzando Sarastro in maniera positiva e trasformando la regina della notte nell’anima nera dell’intreccio. L’innocente causa di questo tramenìo poetico era un lavorino accattivante, un po’ farsa e un po’ fiaba, destinato a mietere un buon successo e a venire rielaborato ancora nel 1805 per Francoforte con un’interpolazione di ben dodici arie (tratte da altri autori) che dovevano innalzare Kaspar der Fagottist dalla semplicità del Singspiel al rango più prestigioso dell’opera magica. Il principe Armidoro e il suo fido Kaspar vengono inviati dalla fata Perifirime nel reame del perfido Bosphoro, rapitore della figlia della stessa Perifirime e ladro dell’acciarino magico con cui si comanda agli spiriti. Muniti rispettivamente di una cetra e di un fagotto, entrambi fatati, i due eroi superano le numerose insidie tese loro da Bosphoro finché, con la magia dei loro strumenti, riescono ad addormentare lo stregone e a riprendergli l’acciarino: l’azione si conclude con l’esilio dei malvagi sconfitti e le duplici nozze di Armidoro con Sidi e di Kaspar con l’ancella Palmire. La bravura del baritono Johann Joseph La Roche determinò fin dalle prime rappresentazioni la centralità del personaggio di Kaspar, vera macchietta alla Hanswurst e parente quindi alla commedia dell’arte: l’originalità del lavoro di Perinet, prontamente captata da Schikaneder per il suo Papageno, sta proprio nell’aver coniugato la fiaba iniziatica, erede del teatro didattico dei gesuiti e, più tardi, dei massoni, con le spiritosaggini un po’ caricaturali tipiche dei generi burleschi. In questo modo si ritagliò nell’ambito dell’opera magica un profilo più spassoso, modellato sulla figura di Kasperl, nipotino di Hanswurst creato proprio da La Roche negli anni Ottanta; così le facezie del fagottista sdrammatizzano la maestosità spettacolare dei colpi di scena o dei castighi esemplari e insinuano una vena più quotidiana e disimpegnata. La musica scorre piana e serena, imitando vari generi espressivi in relazione ai diversi personaggi: alla fata spetta la vocalità ‘nobile’ dell’aria italiana, a Bosphoro una ridicola commistione di colorature e sprofondamenti nel registro grave, a Kaspar l’ingenuità popolareggiante dei couplets . L’opera circolò molto anche sotto il titolo Die Zauberzither (La cetra magica) e nella versione manipolata redatta per Francoforte conobbe una reviviscenza di successo, anche per la presenza di Aloysia Weber nella parte di Perifirime.

Type:

Singspiel in tre atti

Author:

Wenzel Müller (1767-1835)

Subject:

libretto di Joachim Perinet

First:

Vienna, Theater in der Leopoldstadt, 8 giugno 1791

Cast:

Armidoro, principe di Eldorado (T); Kaspar Bita, suo accompagnatore (Bar); Bosphoro, incantatore (B); Perifirime, la fata radiosa (S); Sidi, sua figlia (S); Palmira (S); Azili, Idilis, Bisi, confidenti (S); Zumio, sorvegliante delle donne (T); Alma, capoc

Signature:

e.f.

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!