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Spettacolo,  Cinema

Kurt Cobain a 50 anni dalla nascita

Il compianto leader dei Nirvana, che il 20 febbraio prossimo avrebbe compiuto 50 anni, è stato omaggiato con delicatezza e passione in film biografici e documentari dedicati alla sua tragica fine

Kurt Cobain avrebbe compiuto 50 anni. Un martire del rock, forse la più grande icona alternativa del genere e per questo destinata a pagare un fatale contrappasso, in vita come in morte: scendere a patti, da anarchico naturale, con il business del sistema discografico, che tra gli anni ottanta e i primi novanta vedeva nella moda grunge una risorsa fondamentale per riempire le casse.

Kurt Cobain è l’angelo con la barba rada, l’artista troppo sensibile per resistere alle agonie proprie ed altrui, l’uomo ambiguo per troppa dolcezza, come quando vestì quel maglioncino troppo largo che lo protesse dal freddo la sera del leggendario MTV Unplugged in New York del 1° novembre 1994.

La sua figura è stata rivisitata poco al cinema, per questioni di controversie legali con il resto della band e la moglie Courtney Love e, ci piace pensare, per troppo rispetto verso una vicenda che possiede l’aura del mito e che per questo è forse bene tener lontano dall’analisi morbosa dell’esistente.

FILM E DOCUMENTARI DA VEDERE PER I 50 ANNI DI KURT COBAIN

Kurt & Courtney (1998)

Titolo che va da intendersi in coppia con un altro film su di un amore tragico: Sid & Nancy, la storia del bassista dei Sex Pistols e della compagna Nancy Splugen culminata con il suo omicidio. Due storie, due generazioni: quella ’70 del punk, della rabbia e vitalità senza filtri e quella rassegnata decadente e ormai vinta dal ‘sistema’ di Cobain e compagni di strada. La tesi che emerge da questo documentario è che, forse, le cose non sono andate come sembrano: Kurt non si sarebbe tolto la vita da solo. Anche per questo Courtney Love avrebbe fatto di tutto per bloccarne l’uscita.

Velvet Goldmine (1998)

Un’elegia dedicata al glam rock, alle sue dolci trasgressioni, in special modo ai miti che l’hanno animato come Lou Reed, Davud Bowie, Iggy Pop. Non un film su Kurt Cobain, quindi, è un’altra epoca, un altro lo spirito ritratto. Ma il protagonista Ewan McGregor, chiaramente identificabile con l’iguana quando sale sul palco tarantolato e nei momenti di liason con Bowie, è un ibrido tra lui e Kurt Cobain (il suo nome è Curt Wild, d’altronde), e ricorda il rocker di Seattle nelle pose, nel taglio dei capelli.

LAST DAYS (2005)

Da titolo, gli ultimi giorni di Cobain (qui sotto pseudonimo e interpretato dal somigliantissimo Michael Pitt), attraverso lo guardo sensibile e partecipe di un regista avvezzo a raccontare i destini di giovani e giovanissimi allo sbando, pronti a fare violenza su di sé e sugli altri: Gus Van Sant. Un film ipnotico, benedetto dalsilenzio della natura nella quale è avvolta l’ultima villeggiatura del rocker ormai allo sbando. Ma un film che pecca anche di certe tendenze decadenti, come nella scena dell’omaggio ai Velvet Undergorund con Venus in Furs.

KURT COBAIN: ABOUT A SON (2006)

Anche qui si racconta il tramonto della star. Contiene gli audio delle interviste a Cobain fatte dal giornalista per completare uno dei libri dedicati alla band di Seattle: ‘Come as You Are: The Story of Nirvana‘, ambientato nei luoghi in cui Cobain ha vissuto i momenti più importanti della sua vita: Aberdeen, Olympia, Seattle.

KURT COBAIN: MONTAGE OF HECK (2016)

Il racconto di tutta la vita del cantante, in un altro documentario, diretto questa volta da Brett Morgen. Un documentario autorizzato, un viaggio nella mente di un genio della musica fin dal compiersi dei suoi primi passi. Un film tuttavia l0ntano dall’agiografia, realistico e nel contempo ricco di poesia.

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