Bioarchitettura
Architettura

La Bioarchitettura: rinnovabilità, ecologicità ed estetica

La Bioarchitettura: armonia tra salute ambientale e vivibilità delle persone

Storia della bioarchitettura

I primi studi di bioarchitettura nascono in Germania tra la fine degli anni settanta e inizio ottanta. Questo “status” architettonico parte da un’umana attenzione in seguito ai cambiamenti climatici e alla crisi energetica mondiale del 1973.

Per salvaguardare l’ambiente annerito, sopratutto in quegli anni, dal consumo di CO2 ed altri combustibili derivanti dal petrolio, si cercarono nuove fonti energetiche per alimentare le abitazioni, come quella solare.

Negli anni si svilupparono diversi studi di architettura specialisti nel settore bio, i primi in Germania e successivamente in Italia. Questi progettarono sistemi di conduzione energetica rinnovabile considerando anche l’aspetto estetico architettonico. Nel tempo, gruppi di architetti professionisti edificarono magnifiche strutte sfruttando le risorse di origine naturale e riuscendo comunque a garantire:  isolamento termico, illuminazione e deumidificazione.

Bioarchitettura

La scelta dei materiali

Vengono utilizzati materiali naturali con il fine di ridurre l’inquinamento ambientale, avere minori costi e utilizzare materiali che resterebbero inutilizzati.

Anche gli  interni si sono riadattati sullo stile bio, con l’obiettivo di eliminare le sostanze  tossiche che si trovano nelle vernici, colle e smalti; privilegiando materiali di origine naturale come la vetroresina, legno e sughero.

I mobili e i pavimenti spesso contengono Formaldeide: una sostanza dannosa per le vie respiratorie. Per questo la bioarchitettura si sviluppa sopratutto per tutelare la salute delle persone, migliorando gli ambienti delle abitazioni dove si passa gran parte del tempo.

Il legno essendo dotato di ottima resistenza e capacità isolante è il materiale più richiesto dai bioarchitetti. Anche la ceramica e il tetrapac riciclato sono spesso proposti ai clienti che optano di arredare la casa in stile bio.

Bioarchitettura Italiana

Ugo Sasso fu uno dei primi architetti che nel 1988 iniziò a parlare di ecologia dell’abitare, con l’intuito che questo stile in un futuro prossimo sarebbe diventando il caposaldo dell’architettura.

Sulla orme dell’architetto Sasso, mancato nel 2009, la Fondazione Italiana per la bioarchitettura ereditò quanto era stato sensibilizzato negli anni precedenti. Nell’anno 2012 si costituì ufficialmente la fondazione formata da un gruppo di professionisti.

La mission, guidata dalla attuale presidente Wittfrida Mitterer, è quella di diffondere questo metodo di costruzione che pone al centro del progetto la persona e non l’edificio, nel rispetto delle esigenze naturali.

La fondazione con sede a Bolzano, svolge ricerca e consulenza con alta professionalità nel campo delle Risorse rinnovabili, territorio, ambiente, architettura ed ingegneria. Per favorire la diffusione di questo concept edilizio, l’associazione si occupa di formazione a 360 gradi con laboratori e master universitari II livello con il supporto dell’università LUMSA di Roma.

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Editor: Giovanni Battista Bonfante 

 

 

 

 

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