Moda

LA CHALAYAN SS20 E IL POST COLONIALISMO ALLA LFW

La Collezione Chalayan SS20, che sfila alla London Fashion Week, porta in passerella la danza dei popoli colonizzati dall’Occidente.

Il susseguirsi di stoffe, abiti e tagli, proposti dalla Chalayan SS20, richiama i lunghi secoli vissuti da numerose etnie, sotto il dominio dell’Occidente.

Sfila il Sud America, dominato per tre secoli da spagnoli e portoghesi. Sfila anche il Giappone che, nel dopoguerra, ha subìto l’invadente presenza americana, vincitrice della Seconda Guerra Mondiale.

Sahariane, cappelli e calzari rievocano i paesaggi coloniali. E, nel teatro Sadler Well’s – location scelta per la collezione Chalayan SS20 – sembra di sentire il rumore delle navi che attraccano in Paesi remoti e ancora vergini.

E ancora, evocazioni delle invasioni occidentali – di cui spesso ci dimentichiamo – passano attraverso gli accessori arrotolati negli abiti del défilé, come le racchette da passeggio tenute in mano da alcune modelle.

I capi della collezione Chalayan SS20 sono scultorei e si strutturano attorno a drappi e a voluttuose evoluzioni di stoffe leggere.

Alcune fantasie ricordano le stampe floreali giapponesi, che si avvolgono sui corpi come bozzoli dei bachi da seta. Un forte contrasto emerge tra la leggerezza delle stoffe, quasi danzanti, e le stampe geometriche, dai colori primari.

I riferimenti storici e antropologici evocati nella Spring/Summer 2020 dal designer cipriota confermano la tendenza di Chalayan ad intellettualizzare la moda.

La ricerca concettuale, approfondita nella collezione, infatti esula dai temi solitamente affrontati nel fashion system. Questo conferma la fama che Hussein Chalayan lascia dietro di sé dopo ogni collezione.

Spesso acclamato come un designer-intellettuale, Chalayan propone uno stile innovativo, un mix di design, scienza ed arte.

Moda: Chalayan SS20 post colonialismo alla lfw
Hussein Chalayan

Leggi la storia di Chalayan sul Dizionario della Moda di Mam-e

Nasce a Cipro. Il padre aveva un ristorante alla periferia di Londra. Si diploma al Central Saint Martin’s College of Art and Design di Londra, nel 1993, e la sua collezione viene comperata in blocco ed esposta nelle vetrine di Browns. Introverso e cerebrale, disegna abiti sperimentali (usa anche il plexiglas), al confine con l’arte, come il famosissimo chador decostruito in tre pezzi del ’97. Per il taglio sicuro e le qualità concettuali, i suoi abiti sono stati spesso esibiti al Victoria and Albert Museum, al Barbican, alla Hayward Gallery. Nel ’99 ha vinto il titolo Designer of the Year al British Fashion Awards. Disegna anche la collezione del marchio americano Tsé Cashmere.

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