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La Cina ha iniziato un’esercitazione militare senza precedenti attorno a Taiwan

In risposta alla sgradita visita di Nancy Pelosi a Taiwan la Cina ha iniziato la più imponente esercitazione militare attorno a Taiwan

Oggi alle 5 del mattino, come annunciato dalla tv di stato, la Cina ha avviato la più imponente esercitazione militare attorno all’isola auto governata di Taiwan.

Ecco che il giorno dopo la visita a Taipei della speaker della Camera USA Nancy Pelosi la risposta cinese non si è fatta attendere.

Esercitazioni militari a Taiwan

“Un paese forte deve avere un esercito forte e un esercito forte può portare alla sicurezza nazionale”, così si apre un articolo apparso sul sito della CCTV, la tv di stato cinese. La visita di Nancy Pelosi a Taiwan ha comportato quello che tutti, tra cui il presidente Biden che era contrario alla visita, si aspettavano: l’inasprimento dei toni che può portare a una vera escalation militare.

Le esercitazioni non sono lo senza precedenti dal punto di vista quantitativo dal punto di vista di potenza militare mostrata ma anche perché la maggior parte di esse (vedi foto) verranno condotte al di là della linea mediana dello stretto di Taiwan e la alcune anche all’interno della zona territoriale (acqua e aria) di competenza di Taipei.

 

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fonte: Reuters

 

I mezzi militari cinesi hanno sparato svariati missili e alcuni di essi hanno colpito zone attorno alle isole taiwanesi Matsu. Isole collocate a metà strada tra Taiwan e la provincia cinese del Fujian e che ospitano una base missilistica. Immediata la risposta di Taipei che ha definito l’esercitazione come un “comportamento illegale e irresponsabile”. Secondo molti analisti, questa serie di esercitazioni non pongono un vero rischio di guerra.

Nonostante l’aumento della forza militare cinese degli ultimi venti anni, Pechino non è ancora pronta per un’invasione totale dell’isola, soprattutto dopo che gli USA ha garantito, per il momento, il supporto anche militare a Taipei. Ciò che è più probabile, e forse vero obiettivo delle esercitazioni, è l’imposizione di un blocco navale che impedirebbe i rifornimenti. Se queste esercitazioni dovessero durare pochi giorni l’allarme rientrerebbe automaticamente,

ma se Xi Jinping decidesse di farle durare svariate settimane la strategia USA cambierebbe radicalmente. Allora, il rischio di rappresaglie contro Taiwan aumenterebbe.

Nel frattempo Pechino ha già posto il ban all’importazione su circa 100 prodotti alimentari taiwanesi e ha ridotto l’esportazione di sabbia naturale che serve per l’estrazione del silicio che è il materiale alla base della produzione di microchip.

Una delle rassicurazioni che i cittadini di Taiwan hanno è che la TSMC  è la più importante azienda di semiconduttori al mondo e tra i suoi clienti principali c’è ovviamente la Cina. Mark Liu, chairman dell’azienda, ha recentemente definito la potenziale invasione come una situazione in cui perdono tutti.

“La nostra interruzione [di produzione ndr] creerebbe grandi turbolenze economiche in Cina, improvvisamente la loro fornitura delle componenti più avanzate scomparirebbe. Sarebbe una vera interruzione, devo dire, quindi le persone ci penseranno due volte”, ha detto Liu. “Nessuno può controllare TSMC con la forza… perché è una struttura di produzione sofisticata che dipende dalla connessione in tempo reale con il mondo esterno”, ha aggiunto.

 

 

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Editor: Lorenzo Bossola

 

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