Tensione tra Meloni e Mattarella: si discute su manganelli e polizia
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La destra ha vinto le elezioni: i prossimi passi verso la formazione del governo

Con 235 seggi alla Camera e 112 al Senato, il centrodestra si prepara al nuovo governo. I prossimi passi che attendono la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni,

sono la decisione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sceglierà se affidarle l’incarico di Presidente del consiglio, e la nomina dei ministri. Meloni dovrà affrontare quest’ultimo incarico gestendo figure difficili come quella di Matteo Salvini, che rischia di rimanere deluso non vedendosi affidato il Ministero dell’Interno.

I prossimi passi di Giorgia Meloni: dalla telefonata con Draghi alla nomina dei ministri

La telefonata di Giorgia Meloni a Mario Draghi

Primi giorni di riservatezza per la vincitrice delle ultime elezioni, Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia ha scelto di affrontare con la massima riservatezza i giorni successivi alla vittoria. Anche sul suo profilo Twitter, Meloni ha ringraziato chi l’ha votata con poche parole, rimandando il resto forse a quando le acque saranno più calme.

Nelle ore successive alla vittoria del centrodestra, Meloni a sentito il premier uscente, Mario Draghi.  È molto probabile che la (forse) prossima premier Giorgia Meloni abbia telefonato a Draghi per assicurarsi il suo appoggio nella formazione del nuovo governo, che potrebbe aumentare il favore di Mattarella nei suoi confronti.

Negli ultimi giorni i rapporti tra Draghi e Meloni potrebbero essersi incrinati, leggi: Meloni attacca Draghi: «Ritardi sul PNRR». Draghi: «Le ho lasciato il lavoro fatto. Ora tocca a lei»

La scelta di Mattarella

La domanda che ora molti si pongono è: come si comporterà Mattarella per la nomina del presidente del consiglio, sceglierà Meloni? E poi, come affronterà la nomina dei ministri da parte del governo di centrodestra? Cosa succederebbe se il nuovo governo, notoriamente di stampo presidenzialista, provasse a delegittimarlo?

Certo è che Giorgia Meloni sa benissimo quali sono i punti sui quali non può sfidare Mattarella, nonostante il Presidente della Repubblica abbia sempre preferito farsi da parte e lasciare le decisioni al Governo: la collocazione occidentale dell’Italia, il suo ancoraggio europeo, il rispetto dei valori costituzionalmente garantiti.

Il partito di FdI sembra invece già da adesso pronto a riformare, forse toccando anche la Costituzione. È proprio il deputato di FdI Lollobrigida che sembra dare la linea sulle riforme costituzionali, a partire dal presidenzialismo, ammettendo che:

“Si può provare a migliorare la Costituzione, tenendo conto che è bella ma che ha anche 70 anni di età”

Per quanto riguarda la scelta del premier, poi, non ci sono motivi (aldilà dei dubbi fondati legati agli aneliti sovranisti, anti-Ue e un po’ putinisti del centrodestra italiano) per i quali Mattarella non dovrebbe fare come sempre, e affidare le chiavi di Palazzo Chigi a chi, sommando le forze della coalizione, è in grado di formare un governo. In questo caso si tratterebbe di Giorgia Meloni.

Via al toto ministri: come funziona la formazione del nuovo Governo

I punti più caldi che la premier in pectore, Giorgia Meloni, si trova tra le mani sono i conti pubblici da gestire, cruciali per i rapporti con l’Europa, la questione degli approvvigionamenti di gas, e i progetti del Pnrr. Da queste questioni partirà il lavoro sulla squadra di governo, in particolare sulle poltrone più sensibili, ossia i ministeri di Economia, Interno, Difesa,Giustizia ed Esteri.

Il percorso di formazione del Governo di solito occupa dalle 4 alle 12 settimane. Secondo la Costituzione, le nuove camere si riuniranno entro venti giorni dal voto, ma la convocazione è già fissata per il 13 ottobre. Quindi, la deadline per il nuovo esecutivo si può già fissare per la fine di ottobre.

Sono già iniziate però le trattative per il totoministri. Anche perché Sergio Mattarella vuole fare in fretta: con la scadenza della legge di bilancio vuole far partire le consultazioni tra il 15 e il 17.

Ecco qui i papabili nomi del nuovo Governo: Governo Meloni, via al toto ministri. Nodo sulla salute e dubbi per il Viminale

Le dichiarazioni di Meloni: “Prudenza”

“Prudenza”. Questo il mantra di Giorgia Meloni. Nel silenzio, suo e dei suoi collaboratori, la leader di FdI invita tutti a non lasciare correre troppo la fantasia nel gioco del toto-ministri. Ma la vera emergenza per il primo ministro in pectore è la crisi energetica. Per questo ha sottolineato che il suo dovere è di non perdere tempo:

“Bisogna cercare di fare presto, ci sono troppe scadenze importanti”

ha detto ai cronisti lasciando Montecitorio.

La leader di Fratelli d’Italia conferma che il suo obiettivo è di mantenere l’unità della coalizione di centrodestra nonostante le inevitabili tensioni che si stanno manifestando per la scelta della squadra di governo. L’idea di Giorgia Meloni sarebbe quella di arrivare all’appuntamento del 13 ottobre con l’intesa tra alleati sul pacchetto completo, presidenze delle Camere e ministri, da sottoporre poi al vaglio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

I nomi papabili per il nuovo Governo: escluso Salvini?

Al momento sulla nomina dei ministri sono tutte voci e supposizioni. L’unica certezza è che la Lega, al netto dei risultati deludenti alle urne  (9% contro il 26% di FdI), dovrà ridimensionare le sue aspirazioni.

Sembra non averlo capito però Matteo Salvini che, nonostante la sconfitta alle elezioni, sembra intenzionato ad ambire alla poltrona di Ministro dell’Interno. È possibile che Mattarella lasci che Salvini salga al Viminale, dopo il processo Open Arms (ancora in corso), iniziato proprio a seguito delle scelte di Salvini mentre era ministro dell’Interno?

La “questione Salvini” potrebbe essere risolta da Meloni con l’indicazione di un altro nome del Carroccio o di un “esterno” gradito a Salvini, come il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. Per il leader leghista potrebbe invece profilarsi un altro ministero, Agricoltura o Sviluppo economico.

È anche possibile che Meloni adotti una nuova strategia, ossia la nomina di due vicepremier. In questo caso Salvini potrebbe trovare il suo posto, affiancato, si pensa, da Tajani. Questa scelta potrebbe essere la soluzione alle richieste della Lega, che in questi giorni più che mai chiede insistentemente il protagonismo al governo del proprio leader.

A proposito, leggi Ultimatum della Lega: senza Salvini al Viminale solo appoggio esterno a Meloni

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Giorgia Meloni e il leader della Lega Matteo Salvini
L’incontro di Giorgia Meloni con Salvini: “Niente veti sugli incarichi”

Una nota congiunta pubblicata da Fratelli d’Italia e Lega ha espresso la volontà da entrambe le parti di lavorare con “unità di intenti tra i leader“. Dall’incontro sarebbe anche trasparsa l’intenzione della leader di Fratelli d’Italia di non porre alcun veto sugli incarichi affidabili al leader del Carroccio, al contrario da quanto supposto nei giorni precedenti.

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