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La donna di Giuseppe Patanè

Il suo stile etnico-high tech si ispira ai luoghi dove è nato: i paesaggi assolati e aspri di Sicilia. Una donna femminile ma decisa, austera e passionale, attenta al passato ma protesa al futuro Forte, determinata, sicura. Tanto da osare un look etnico/sofisticato in colori scuri e ampi volumi, declinati in abiti da avvolgere intorno al corpo, capaci di cambiare lunghezza e foggia sganciando un bottone o allentando una coulisse. Una nuova versione di Angelica del Gattopardo affascinante e misteriosa che non si muove nel Palazzo di Donna Fugata ma resta in Sicilia in una villa rosa sospesa tra mare e fuoco. Austera quanto basta, addolcita dalla campagna intorno e dalla splendida vista del mare da una parte, mentre sul retro è l’Etna a dominare il paesaggio. Dai muri traspaiono i segni del tempo, dalle persiane a listelli di legno verde occhieggiano soffitti a travi o affrescati, dal giardino volutamente selvaggio arrivano effluvi di gelsomino intricato alle grandi pale di fichidindia.
È in questo magnifico luogo, dove il tempo sembra essersi fermato, che Giuseppe Patanè ha pensato a lei, ha inventato la sua creatura da terzo millennio ma con radici ben salde nel passato. In questa dimora di famiglia dove sua madre, eccentrica artista, ha dipinto, ricamato, scolpito, espresso la sua creatività anche in particolari «interventi» nel giardino o nelle stanze della casa amata. L’estro di famiglia è intrinseco anche in Giuseppe, detto Peppino, che assorbe tutto e «scappa» dall’istituto nautico cui è iscritto per seguire la sua inclinazione più autentica: creare.
Comincia come vetrinista, poi è allestitore di negozi e show-room, regista di suggestioni e immagini che esulano dal quotidiano. Così come la sua moda cosmopolita ed eclettica che ha come input l’uso di tessuti particolari, spesso tramati con materiali inediti e inusuali. Come l’acciaio, per esempio, usato anche per gioielli futuristici nelle mischie ma ancestrali per forma e impatto visivo.
Questo connubio tra passato e futuro è la molla che spinge Giuseppe, nato sotto il vulcano ma proiettato nel nuovo per continua voglia di sperimentazione e di novità. Per lui gli applausi del pubblico dell’Alta Moda romana qualche stagione fa, mentre adesso l’interesse cresce anche per il prêt-à-porter, dedicato a donne speciali: sensibili, ma volitive, perfette «equilibriste» in un mondo che richiede continuamente forza e coraggio, reso sopportabile dai sogni e dai ricordi. E un abito può essere un piccolo sogno realizzato, un rifugio, un guscio avvolgente che ci parla di memoria e tradizione, perfettamente integrate nella contemporaneità. Artefice la fantasia e la caparbietà tutta siciliana di Giuseppe Patanè, che, forte del suo passato «storico», ogni giorno reinventa il futuro con le sue collezioni d’atmosfera fiabesca, capaci di affascinare e sedurre al di là del tempo.
(17 giugno 2004)
Nelle foto, due modelli di Giuseppe Patanè (lo stilista è ritratto nell’ultima foto)

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