la rimozione delle statue “razziste” anche in Europa 2020
Non solo i personaggi sudisti negli Stati Uniti, ma i simboli del fascismo in Italia e del colonialismo in tutta Europa
la rimozione delle statue “razziste” sta prendendo piede anche in Europa. Non solo i personaggi sudisti negli Stati Uniti, ma i simboli del fascismo in Italia e del colonialismo in tutta Europa.
Compiono due settimane le manifestazioni di protesta contro le violenze della polizia contro i neri, provocate dall’uccisione di George Floyd a Minneapolis. Il weekend scorso ha offerto uno spettacolo impressionante: la dimensione della protesta ha continuato a crescere, ha invaso le piazze in centinaia di città americane.
Sull’onda dell’emozione e di queste proteste, anche in Europa tornano con prepotenza in primo piano le vergogne e gli imbarazzi del passato lontano e le tragedie del presente. La Spagna scopre ora, con un anno di ritardo, di aver avuto anch’essa un “caso Floyd”, o qualcosa di molto simile.
la rimozione delle statue HBO e Via col Vento
“Via col vento”, icona del cinema mondiale e uno dei film preferiti del presidente Donald Trump, è razzista. E come tale, sullo sfondo delle proteste seguite all’uccisione del nero George Floyd da parte della polizia di Minneapolis, è stato ritirato dalla piattaforma HBO Max.
La tormentata storia d’amore di Rossella O’Hara e Rhett Butler, ambientata negli anni della Guerra Civile, “è il prodotto del suo tempo”. E “presenta alcuni pregiudizi etnici e razziali che sfortunatamente sono stati comuni nella società americana”, ha spiegato un portavoce del servizio in streaming.
Di poche ore fa la notizia che il film contestato potrebbe tornare su Hbo Max già dalla prossima settimana. WarnerMedia, che opera la piattaforma in streaming, potrebbe rendere di nuovo disponibile il controverso film preceduto dall’introduzione di un autorevole studioso afro-americano, il cui nome tuttavia non è stato ancora reso noto.
La rimozione delle statue
Dopo la morte di George Floyd, le proteste contro il razzismo istituzionalizzato e gli abusi delle forze dell’ordine hanno raggiunto anche l’Europa. In paesi come Gran Bretagna e Belgio, i manifestanti del movimento Black Lives Matter hanno chiamato in causa le contraddizioni profonde dei rispettivi paesi, presenti e passate. Ciò si è visto in particolare attraverso la contestazione di simboli ben precisi: i monumenti.
Rimozione delle statue anche a Bristol. I manifestanti hanno tirato giù e buttato in mare la statua di Edward Colston. Colston è stato un filantropo, un politico ma soprattutto un mercante di schiavi vissuto tra il XVII e il XVIII secolo. Responsabile con i suoi traffici – anche di minori – della morte di circa 20mila persone. A Edimburgo un gruppo di contestatori ha imbrattato con le scritte “George Floyd” e “BLM” (Black Lives Matter) il monumento che commemora Henry Dundas, Primo Visconte di Melville. Coevo di Colston, fu un politico antiabolizionista.
Anche a Londra rimozione delle statue.Quella dedicata a Winston Churchill è stata imbrattata con la scritta “was a racist”. Non è la prima volta che la statua diventa il bersaglio di proteste antirazziste. Negli ultimi anni le posizioni più discutibili di Churchill ne hanno in parte adombrato l’immagine di grande statista. Sempre a Londra il comune ha ufficialmente rimosso la statua di Robert Milligan, politico e mercante di schiavi.
In Belgio
In Belgio una statua dell’ex re Leopoldo II, controversa figura del passato coloniale, è stata rimossa da una piazza di Anversa e sarà conservata nei depositi di un museo locale.Negli ultimi giorni, inoltre, in un clima di crescente protesta contro il razzismo, diverse statue di re Leopoldo II sono state dipinte di rosso. I firmatari dell’iniziativa chiedono che l’immagine equestre di Leopoldo II situata nella centrale Place de Trône sia la prima ad essere eliminata, poiché “non è quello che Bruxelles deve mostrare ai milioni di turisti che riceve ogni anno”.
la rimozione delle statue In Italia
A Milano I Sentinelli si sono scagliati contro Indro Montanelli: “Era razzista, via la statua dai Giardini”. I Sentinelli di Milano, attraverso una lettera-appello, chiedono al sindaco Giuseppe Sala e al Consiglio comunale di rimuovere la statua del giornalista Indro Montanelli che si trova nell’omonimo parco della città, a Porta Venezia. E di dedicare i giardini “a qualcuno che sia più degno di rappresentare la storia e la memoria della nostra città Medaglia d’Oro della Resistenza”.
Nella sua petizione, questo gruppo “laico e antifascista” sostiene che Montanelli abbia più volte ” rivendicato con orgoglio” il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l’aggressione del regime fascista all’Etiopia.
Peccato, dopo tante campagne giuste e condivisibili, proporre una sciocchezza di questa portata. Non riteniamo che i milanesi, pur democratici e antirazzisti, si sentano offesi dalla presenza di questa statua nel loro giardino più bello.
Conclusione la rimozione delle statue “razziste” sta prendendo piede anche in Europa. Non solo i personaggi sudisti negli Stati Uniti, ma i simboli del fascismo in Italia e del colonialismo in tutta Europa.
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