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La fuga dall’inferno: iniziata l’evacuazione dell’acciaieria Azovstal di Mariupol

Acciaieria Azovstal: le prime testimonianze dei civili evacuati

È cominciata domenica l’evacuazione dell’acciaieria Azovstal della città di Mariupol, stabilimento industriale al centro degli attacchi russi dove vi si erano rifugiati un migliaio di persone, tra civili e soldati. Grazie all’intervento dell’Onu, coordinato con Ucraina, Russia e Comitato internazionale della Croce Rossa, sono state portate in salvo oltre un centinaio di persone.

È la prima evacuazione significativa da quando Putin la scorsa settimana aveva chiesto che dalla fabbrica non passasse “neanche una mosca”. Emergono così le prime testimonianze agghiaccianti di chi ha resistito dentro l’acciaieria per settimane, se non mesi.

L’evacuazione dell’acciaieria Azovstal

Azovstal rappresenta l’ultima roccaforte della resistenza ucraina nella città di Mariupol, ormai caduta quasi del tutto in rovina. Il corridoio umanitario organizzato dall’Onu è il primo vero cessate il fuoco, come ha commentato il presidente ucraino Zelensky. I civili evacuati, tra cui moltissimi bambini anche piccoli, raggiungono di volta in volta, con l’aiuto del Battaglione Azov, la città di Zaporizhzhia, un luogo al sicuro dalla guerra. Non solo. Alcuni di loro sono stati trasferiti nell’insediamento di Bezimenne, presso l’autoproclamata repubblica di Donetsk.

Vi sarebbero ancora circa 500 civili all’interno dell’impianto siderurgico e l’evacuazione riprenderà questa mattina, intervenendo anche in quelle zone di Mariupol rimaste sotto assedio da settimane.

L’acciaieria è composta di bunker e tunnel labirintici. Un impianto costruito in epoca sovietica, la cui struttura è così complessa che i soldati russi non possono fare irruzione al suo interno. Questo ha fatto sì che l’acciaieria fosse colpita duramente da bombe e missili in queste ultime settimane. Il vice primo ministro dell’Ucraina, Iryna Vershchuk, ha spiegato che “centinaia di civili rimangono bloccati ad Azovstal insieme ai difensori di Mariupol; la situazione è ormai segno di una vera catastrofe umanitaria, perché le persone stanno finendo acqua, cibo e medicine”.

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La testimonianza dell’evacuazione dall’acciaieria Azovstal

“Non ci posso credere, due mesi di buio. Non abbiamo più visto la luce del sole, avevamo paura”. Queste sono state le parole di Natalia Usmanova, tra i civili evacuati da Azovstal. La donna ha raccontato alla Bbc che lei e suo marito erano andati all’acciaieria “per una nostra libera scelta, come i lavoratori della fabbrica, per salvarci“. “Quando abbiamo capito che stavano arrivando sempre più vicino a noi – ha aggiunto – ci siamo spaventati e abbiamo cercato di andarcene, ma non ci siamo riusciti”.

Natalia ha parlato anche dei bombardamenti russi: “Ho pensato che il mio cuore si sarebbe fermato e non sarei sopravvissuta. I bombardamenti erano così forti e iniziavano a colpire vicino a noi”.

 

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Editor: Susanna Bosio

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