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“LA MIA THULE”: Il documentario per gli 80 anni di Guccini su RAI 5

Francesco Guccini: per gli 80 anni Rai 5 manda in onda il documentario La mia Thule, domenica 14 giugno

“Francesco Guccini, La mia Thule”, questo il titolo del documentario che Rai 5 manda in onda domenica 14 giugno, in prima serata, per celebrare gli 80 anni del cantautore. Registrato nel 2013 nel Mulino di famiglia a Pavana, città d’origine del cantautore, sull’appennino tosco-emiliano.

Qui Francesco Guccini, nato a Modena il 14 giugno 1940, registrò quello che doveva essere il suo definitivo addio alla musica: l’album L’ultima Thule. Guccini, infatti, non suona più da anni e si dedica alla scrittura. L’anno scorso è stato convinto a cantare la canzone dialettale Natale a Pavana, per il progetto Note di viaggio, che ha raccolto molti musicisti italiani come Ligabue, Manuel Agnelli, Giuliano Sangiorgi, Carmen Consoli e molti altri (vedi).

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Il documentario su Frascesco Guccini: La mia Thule

Il documentario che Rai Cultura propone domenica 14 giugno si chiama dunque La mia Thule. Ideato e diretto da Francesco Conversano e Nene Grignaffini, la produzione è Rai Movie e Limentra. L’idea è quella di raccontare Francesco Guccini, di raccontarne i libri, le parole, la musica, in questo luogo quasi magico, quale è il Mulino di famiglia, appartenuto ai nonni del cantautore.

Lo stile del racconto del film, rimanda infatti al concept del disco. Viene restituita così in immagini la scelta di Guccini di eseguire le sue nuove canzoni in un ambiente famigliare, quasi fiabesco; potente come il paesaggio dell’Appennino: un’atmosfera davvero unica.

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L’album L’ultima Thule

L’album L’ultima Thule doveva segnare il definitivo congedo dal mondo della musica. Per quattro settimane, chiuso nel Mulino adibito a studio di registrazione, Guccini ha lavorato all’incisione del disco, assieme ai suoi musicisti storici. L’atmosfera nel sottofondo si nutre dello scrosciare del fiume Limentra, e intanto si lavora, si scrive, si canta, si scherza e si brinda. Ogni tanto, interrompevano i lavori vecchi amici che passavano a trovarlo: il cantante Luciano Ligabue e il comico Leonardo Pieraccioni. Ligabue e Guccini, in particolare, sono legati da una lunga stima reciproca, sfociata anche in diversi incontri e collaborazioni, come ad esempio il brano Ho ancora la forza.

In tutto l’album comprende 8 brani:

  1. Canzone di notte n. 4
  2. L’ultima volta
  3. Su in collina
  4. Quel giorno d’aprile
  5. Il testamento di un pagliaccio
  6. Notti
  7. Gli artisti
  8. L’ultima Thule

Per appronfondire il lavoro sull’album leggi qui.

Il mito dell’ultima Thule

La scelta del nome dell’album, come facile capire, non è casuale, ma è la riprova del pozzo senza fondo di cultura che caratterizza Francesco Guccini. Thule infatti è un’isola mitica, posta ai confini del mondo. “Regno di ghiaccio eterno senza vita”, appunto. A chiamarla ultima fu Virgilio, intendendo caratterizzarla come terra estrema, confine del mondo conosciuto dagli uomini. Ancora una volta, come vero poeta, Guccini prende su di sé un mito, una traccia costante e lo rielabora, trasforma l’epopea in lirica (si veda ad esempio la splendida Odysseus).

L’ultima Thule, dunque, per Guccini diventa la metafora dell’ultimo viaggio verso i confini della vita, e dunque verso la morte. L’ultimo viaggio anche musicale (da qui l’inserimento della canzone omonima come ultima traccia dell’album di congedo). Molte sono state le avventure (ho doppiato tre volte Capo Horn, è l’incipit) e tanti i compagni. Infinite le terre straniere attraversate, le creature incontrate (sempre rimanendo coerenti alla metafora), le sconfitte e le nuove battaglie.

Ora però tutto tace, ed è giuto il momento, scrive il poeta, di intraprendere l’ultimo viaggio verso l’infinito, quello che si fa da soli. L’ultima Thule attende.

Il documentario su Francesco Guccini: quando e dove

Appuntamento alle ore 21.15, il 14 giugno su Rai 5 e Raiplay.

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