Francesca Leone
Arte,  Mostra

La mostra di Francesca Leone alle Gallerie d’Italia

Le Gallerie d’Italia di Milano presentano “Ulteriori gradi di libertà, la città che resiste”, la mostra di Francesca Leone

Le Gallerie d’Italia di Milano, dal 10 settembre al 7 novembre 2021, presentano

“Ulteriori gradi di libertà, nella città che resiste”, la mostra di Francesca Leone, curata da Andrea Viliani.

Le opere di Francesca Leone sembrano estratte da città ideali che non esistono. Sembrano atti di resistenza alla città moderna e industrializzata, ma anche pandemica, impaurita e indifferente.

In realtà sono semplici materiali di scarto, materie usurate e abbandonate. Ma grazie a queste opere continuano a rivendicare ulteriori gradi di libertà. Francesca Leone realizza le sue opere con materiali poveri: lamiera, cemento e ferro. Vuole riconnette le materie abbandonate con la loro bellezza perduta e con le funzioni che avrebbero potuto assumere se non avessimo ridotte a semplici materiali di scarto.

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo prevede otto opere su lamiera di Francesca Leone. L’opera principale in mostra è una parete di lamiera. L’artista la definisce un’architettura nell’architettura, una lastra mobile e curvilinea che trasfigura un volume interno in un ambiente esterno.

Tra le altre opere vedremo una maglia di reti metalliche sovrapposte, una lamiera solcata da dispositivi elettronici, lo scarto di una lamiera arrotolato intorno a una massa di cemento. L’impressione è che queste materie e forme fatichino ad accettarsi per come sono.

Francesca Leone

Il progetto di Francesca Leone prevede l’esposizione di opere realizzate con materiali poveri: ferro, lamiera e cemento. Le sue opere si inseriscono perfettamente nell’architettura della Sala delle Colonne delle Gallerie d’Italia. Infatti vogliono quasi gettare un’architettura ulteriore, costruendola mattone per mattone, che non nega la realtà in cui abita, ma si ribella a essa.

Nella stessa sala in cui sono esposte le opere di Francesca Leone troveremo “Senza titolo” di Mimmo Rotella e “Dai gradi di libertà: recupero e reinvenzione” di Ugo La Pietra.

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