Pinacoteca di Brera
Milano

LA PINACOTECA DI BRERA CAMBIA VOLTO CON JAMES BRADBURNE

La Pinacoteca di Brera cambia volto: nuove didascalie e nuovi allestimenti. Merito del nuovo Direttore James Bradburne che dopo aver fatto dialogare i due Sposalizi della Vergine di Raffaello e Perugino porta a confronto il “Cristo morto” di Andrea Mantegna con  “Il Cristo morto con gli strumenti della passione”, di Annibale Carracci

 

La Pinacoteca di Brera si rinnova. Merito del nuovo direttore, l’anglo-canadese James Bradburne che arrivato a Milano lo scorso agosto dopo aver diretto dal 2006 la Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze, ha da subito dichiarato di voler far diventare lo storico museo nuovamente un punto d’incontro per turisti e abitanti.

Un nuovo allestimento, un nuovo percorso espositivo e nuove didascalie. Ma non solo, Bradburne ha reso visibile il deposito, ha avuto il coraggio in alcuni casi di mostrare il retro del quadro carico di storia, ha trovato i finanziamenti affinché anche la Biblioteca Braidense potesse ritornare a essere un luogo di studio. Ha consultato la città e continuerà a farlo. Ha deciso di invitare alle conferenze anche tassisti e guide, ovvero tutte quelle professionalità che per prime hanno un contatto diretto con i turisti.

Bradburne ha anche cambiato la struttura interna del museo. Ad accogliere il visitatore una grande porta in vetro: ha la funzione di proteggere maggiormente le opere d’arte dagli agenti atmosferici e dal degrado, e parallelamente di mostrare subito ciò che attende il visitatore. Dal 2018 ha, inoltre, deciso che la collezione di arte moderna andrà a Palazzo Citterio.

Ma i progetti dell’anglo canadese non finiscono qui.  Dopo aver messo a confronto lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, la cui proprietà è della Pinacoteca, con lo Sposalizio della Vergine del Perugino proveniente dal Musée des Beaux-Arts di Caen, propone un nuovo dialogo con un’opera del Mantegna. La più famosa, il Cristo morto (1475-1478) con Il Cristo morto con gli strumenti della Passione (1583-1585) di Annibale Caracci e con il Compianto sul Cristo morto (1610-1615) di Orazio Borgianni. Un raffronto che vuole mostrare quanto Mantegna fosse un artista contemporaneo, capace di cambiare il linguaggio dell’arte, tanto da influenzare le generazioni successive. Come raccontato nel testo  Andrea Mantegna: New Perspectives. Secondo dialogo a cura di Keith Christiansen edito da Skira.

 

 

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