Si complica la relazione Italia-Europa: pagina 31 del Rapporto dell’UE e i dubbi continentali sul Governo tricolore
Sembra farsi più complicata la relazione Italia-Europa. Dopo la riconferma di Ursula Von der Leyen quale presidente della Commissione Europea per i prossimi cinque anni il ruolo del Bel Paese nello scacchiere continentale sembra collocarsi ai margini.
Il mancato appoggio da parte di Giorgia Meloni e della maggioranza tricolore alla ricandidatura della politica tedesca rischia ora di avere ripercussioni importanti sul gioco di forze che va ad agire nel concerto europeo. Secondo il Rapporto annuale dell’Unione, e in particolare la parte da pagina 31 inerente l’Italia, molte delle ultime decisioni politiche prese al di qui delle Alpi non sarebbero state particolarmente apprezzate da Bruxelles.
Sarebbero diversi gli interrogativi sorti in seno al neo formato Parlamento Europeo in merito alle ultime scelte politiche italiane. Dubbi sarebbero nati intorno alla legge Nordio sulla giustizia, al premierato, e alla gestione della tv pubblica, con annesso il recente disagio relativo alla libertà di stampa, tema delicato e controverso sul quale è intervenuto anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
La relazione Italia-Europa in salita: critiche di Bruxelles verso la politica del Governo Meloni
Che il binomio Von der Leyen-Meloni non fosse più quello idilliaco di un tempo appariva piuttosto chiaro. La riconferma della leader europea pochi giorni fa quale guida della Commissione UE è arrivata grazie ad una netta maggioranza di preferenze, delle quali però non facevano parte quelle degli europarlamentari di Fratelli d’Italia.
Il lungo botta e risposta tra forze politiche andato in scena negli ultimi mesi circa le nomine UE aveva, e ha tuttora, concrete conseguenze sulla posizione dell’Italia nel concerto internazionale. Il voto contrario alla Von der Leyen in sede di rinomina a Strasburgo sembra poi aver allontanato ulteriormente il Bel Paese dai tavoli politici principali in Europa.
Tale isolamento sembra riverberarsi anche nel Rapporto annuale dell’Unione. Un documento che dovrebbe trovare pubblicazione a breve, già nei prossimi giorni, e che nella parte relativa all’Italia propone più critiche che approvazioni. La famigerata pagina 31, paragrafo IV, dedicata al Bel Paese infatti raccoglie diverse controversie in merito ad alcune delle ultime iniziative politiche nostrane.
Il dito di Bruxelles è in particolar modo puntato sul premierato e sulla legge di giustizia Nordio, così come dubbi e domande sorgono in merito alla gestione politica italiana sulla tv pubblica e di conseguenza pure sulla libertà di stampa.
Nel “Country Chapter on the rule of law situation in Italy”, collocato a quella famigerata pagina 31, la conclusione a cui si giunge è quella preoccupata di un forte dubbio circa la regolare strutturazione dello Stato di Diritto entro i confini del Bel Paese.
Tutte le controversie italiane secondo Bruxelles: dalla legge Nordio al premierato, passando per la Rai
Ma scendiamo nel dettaglio e cerchiamo di osservare da vicino quelli che sarebbero in particolar modo i punti che suscitano maggiori dubbi e più profonde perplessità in seno al concerto europeo in termini di provvedimenti del Governo italiano.
Prima grande preoccupazione in salsa italiana per la neo eletta Ursula Von der Leyen è quella riferita al premierato. Si teme in particolare una consistente perdita di stabilità e una maggiore debolezza del Capo di Stato tricolore. Quest’ultimo sarebbe privato della facoltà di cercare una maggioranza alternativa, o nominare una persona esterna al Parlamento come premier (vedasi casi di Governo tecnico).
A suscitare perplessità a Bruxelles è anche la legge Nordio, recentemente approvata nel campo della Giustizia. Il rischio in tal senso è quello di vedere ridotte le facoltà dei magistrati, sui quali una scorretta gestione della legge potrebbe determinare un’importante pressione politica.
La preoccupazione europea si muove in direzione dell’abrogazione del reato di abuso d’ufficio e in merito alla limitazione del traffico di influenze. Interventi e dichiarazioni politiche o sociali di un certo spessore potrebbero compromettere la regolare iniziativa della magistratura.
Focus del Parlamento europeo sarebbe orientato anche sulla questione intercettazioni e sulla durata eccessiva dei processi nel Bel Paese. A crescere tra la Von der Leyen e i suoi più stretti collaboratori è anche l’ombra di una disattenzione italiana verso la libertà di stampa.
Il recente caso del pestaggio operato ai danni del cronista Andrea Joly, malmenato da alcuni esponenti di Casa Pound a Torino, si somma ad un forte timore per le condizioni in cui giornalisti e cronisti vengono ultimamente a trovarsi.
Legge sulla diffamazione e situazione della Rai sono in particolare attenzionate dall’UE. La gestione governativa della tv pubblica con le nomine dei vertici televisivi sembra provocare una certa preoccupazione anche al di là delle Alpi.
Conclusione: si complica la relazione tra Italia ed Europa: la pagina 31 del Rapporto dell’UE mette in scena i dubbi continentali e le critiche di Bruxelles su alcune delle ultime iniziative politiche italiane
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