La sfilata di Pucci a Firenze: il debutto di Camille Miceli
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La sfilata di Pucci a Firenze: il debutto di Camille Miceli

Lo scorso 04 maggio si è tenuta a Firenze la prima sfilata di Pucci organizzata da Camille Miceli, nominata alla Direzione Creativa della casa di moda nel 2021, quando la proprietà è passata interamente al gruppo LVMH.

La collezione Resort 2024: Initials E.P.

La collezione, pensata – come tutte le Resort – per le vacanze invernali in luoghi esotici, è un omaggio alla storia passata della maison. L’eredità lasciata dal marchese Emilio Pucci si è riflessa nel nome della collezione, ma anche nelle scelte stilistiche, nella località e nella forma di comunicazione, che, avvalendosi della collaborazione del fotografo Sam Youkilis, ha raccontato il capoluogo toscano, nel quale è nato il marchio nel 1947, e le sue tradizioni.

 

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La sfilata, che ha avuto luogo nella formula see-now buy-now sulle rive dell’Arno, alla presenza di celebrità e dei migliori acquirenti di Pucci, ha proposto 40 outfit coloratissimi, accompagnati dalla musica della DJ Emmanuelle, e ha voluto celebrare la gioia vitale da sempre sottesa alle creazioni della maison fiorentina, con l’obiettivo di abbandonare la nicchia sofisticata cui negli ultimi anni era stato relegato il marchio e cercare nuovi mercati e nuovi clienti.

L’ispirazione dagli anni ’70

Il processo creativo per il debutto di Camille Miceli è stato ispirato dal logo che il fondatore del marchio disegnò nel 1971 per la missione di Apollo 15 della NASA, la stilizzazione di tre ali d’uccello a volo radente sulla superficie lunare, a celebrazione del fascino della velocità. Partendo da lì, con grande rispetto per lo stile della casa di moda, la stilista ha attinto alle stampe conservate negli archivi storici, con lo scopo di creare una collezione che attualizzasse l’eredità del marchio e che fosse indossabile senza limiti di età.

La sfilata di Pucci a Firenze: il debutto di Camille Miceli

Come lei stessa ha dichiarato, «Immagino un moderno modo di essere, di vivere e di muoversi, un guardaroba ultra-contemporaneo che affonda le radici nella storia della maison Pucci. Vorrei rafforzare sempre più l’identità del brand e la sua community, lontano dalla frenesia. La mia idea è che le collezioni seguano la vita di una famiglia durante tutto l’anno, dalle otto della mattina alle quattro di notte.

L’heritage della maison rappresenta per me una principale fonte di ispirazione: parto dalle stampe, vado in archivio proprio perché voglio lavorare sui disegni originali, poi li rielaboro manualmente senza computer per non perdere l’imperfezione del disegno fatto a mano. Durante questo processo mi capita spesso di ritrovare lo stile degli anni ’70, a volte anche ’60. Come direttrice artistica credo che sia fondamentale avvicinarmi al marchio, non viceversa, averne rispetto e tradurne il suo Dna. Cerco sempre di far emergere la personalità del suo fondatore ed è per questo che ho scelto Firenze come luogo per la mia prima sfilata».

Ritorni e novità nell’ultima sfilata di Pucci

Così lo stile futuristaspace-age che caratterizzò le creazioni della casa fiorentina negli anni ’60 sono stati rivisitati in chiave contemporanea e richiamati da trame craquelé traslucide e iridescenti e dalle innovative silhouette a palloncino, create appositamente per il debutto di Camille Miceli. Sono tornati in passerella anche motivi iconici, come il Pesce, ripreso in vari capi, e il Marmo, che ha decorato le creazioni in denim.

La sfilata di Pucci a Firenze: il debutto di Camille Miceli

Il tutto è stato accompagnato da candidi look total-white, che hanno fatto da contraltare all’esuberanza delle stampe Pucci, e dalla comparsa di nuovi accessori, come la borsa a secchiello Daily e la borsa in paglia Puccinella. A chiudere la sfilata di Pucci sono state otto catsuit aderentissime, le cui stampe hanno attinto – ancora una volta – ai tessuti d’archivio, intessendo una proficua relazione fra passato e presente.

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Editor: Leonardo Santarelli

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