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Arte,  Libri

Il rogo della storia ucraina. Nelle zone occupate dai russi le biblioteche sono spogliate dei loro libri

I libri fondamento della cultura ucraina messi al rogo o distrutti dalla polizia militare russa nelle zone occupate delle regioni separatiste

L’agenzia di informazioni Maidanpress ha diffuso la notizia, data dal Ministero della Difesa, che nelle zone occupate delle regioni separatiste di Luhansk, Donetsk, ma anche a Chernihiv e Sumy, la polizia militare russa stia compiendo uno spoglio sistematico delle biblioteche pubbliche.

L’offensiva culturale, rogo

Il Ministero della Difesa ucraino ha dichiarato, tramite l’agenzia di informazioni Maidanpress, che nelle aree già occupate delle regioni separatiste del paese, la polizia militare russa starebbe raccogliendo tutti i volumi contrari alla propaganda del Cremlino, distruggendoli sul posto o trasferendoli altrove, con lo stesso scopo. Un rogo di libri, simile a quello attuato dai nazisti durante il 1933, porta alla distruzione prettamente di testi scolastici e storici, scientifici e popolari, i cui contenuti, per l’esercito invasore, sono “estremistici”.

Al rogo scritti di Ivan Stepanovič Mazeppa, nobile cosacco, che nella seconda metà del Seicento si schierò a fianco degli svedesi contro lo Zar, cantato da Byron, Puskin, Hugo, e all’interno del poema sinfonico di Franz List e l’opera di Čajkovskij. In questo momento, il suo nome è impronunciabile, così come quello dei politici di ottocento e novecento, indipendentisti nemici dell’armata rossa durante la rivoluzione sovietica.

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Copertina del libro “Il caso di Vasyl Stus” di Vakhtang Kipiani

Il Ministero avrebbe dichiarato anche la “scomparsa” di un libro che fece molto discutere ed ebbe in Ucraina un enorme successo nel 2019. Si tratta del “Il caso di Vasyl Stus” del giornalista Vakhtanga Kipiani.

Il protagonista del libro sottratto dalle biblioteche dalla polizia militare russa  è considerato il grande poeta ucraino del Novecento. All’interno dello scritto si racconta del suo arresto nel 1980 e della sua morte avvenuta in circostanze poche chiare presso un campo di lavoro forzato. In pratica Stus fu una delle ultime vittime dell’arcipelago Gulag.

Quando uscì il libro si tentò di impedirne la diffusione seguendo una via legale, mentre oggi si provvede direttamente alla sua distruzione, mettendolo letteralmente e figuratamente al rogo.

Questa notizia, come le altre notizie di guerra, va presa con molta cautela, non potendo verificarne, senza ombra di dubbio, la veridicità.

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Editor: Marta Cinnadaio

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