Arte

LA TELA VIOLATA: DA FONTANA A SIMETI

 

Tutto ebbe inizio con i buchi e i tagli di Lucio Fontana e con i Gobbi di Alberto Burri. Il primo con il Manifesto dello Spazialismo, ovvero il Manifesto Blanco, redatto in Argentina nel 1946, iniziava a delineare le urgenze di un superamento dell’arte, come sino ad allora concepita, con l’inserimento delle dimensioni del tempo e dello spazio, fisico e concettuale, nella tela. Burri, invece, con le sue opere realizzate fra la fine degli anni ’40 e inizio dei ’50, proponeva immagini astratte introduce la modellazione della superficie di supporto con una struttura di legno, dando al quadro un aspetto plastico più evidente.

Tra il dicembre 1959 e il luglio 1960, Enrico Castellani e Piero Manzoni danno vita a Milano alla Galleria Azimut, seguita di lì a poco dalla rivista Azimuth in collaborazione con Agostino Bonalumi. In quegli stessi anni, anche Paolo Scheggi giunge a esiti artistici analoghi esponendo a Firenze le sue Intersuperfici. Mentre nel 1965, sarà lo stesso Fontana a coinvolgere Turi Simeti nella mostra Zero Avangarde organizzata nel suo studio di Milano, dimostrando che anche l’artista siciliano non era rimasto indifferente alle sollecitazioni dello Spazialismo.

Con la mostra La tela Violata. Fontana, Castellani, Bonalumi, Burri, Scheggi, Simeti, Amadio e l’indagine fisica della terza dimensione a cura di Maurizio Vanni in collaborazione con Spirale d’idee di Milano al Lu.C.C.A, Centre of Contemporary Art si vuole indagare l’esperienza di quegli artisti che nel secondo dopo guerra sono stati capaci di superare il concetto di tela, non più vista come spazio di rappresentazione a vantaggio di un approccio più fisico, diretto, concettuale. Costruendo su di essa qualcosa di inatteso e rivoluzionario basato sull’utilizzo reale dello spazio, sull’indagine del tempo e sull’analisi del ritmo delle strutture.

 

 

La Tela Violata. Fontana, Castellani, Bonalumi, Burri, Scheggi, Simeti, Amadio e l’indagine fisica della terza dimensione
Fino al 19 giugno 2016
Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art

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