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Medvedev, La vera faccia 2022

Medvedev è passato dall’essere il volto affabile del regime di Putin all’esserne uno dei più spietati falchi

Nel 2009 Dmitry Medvedev fu scelto da Vladimir Putin come suo successore al Cremlino. La Costituzione con il limite dei due mandati consecutivi alla presidenza, limite rimosso nel 2020, impediva a Putin la rielezione. L’alternanza alla presidenza, anche se architettato, fece pensare a un cambio di passo e a una apertura all’occidente da parte della Russia. Quel cambio non è avvenuto.

Il Medvedev “liberale”

Appena eletto il neo presidente Medvedev cercò, evidentemente solo a parole, di cambiare la Russia. Promise un rinnovamento sia politico che economico. L’obbiettivo era di abbandonare una società arcaica, in cui comanda solo uno, per raggiungere la democrazia. Di modernizzare le strutture economiche anche con il sostegno di esperti stranieri. Sul piano internazionale è celebre il tentativo di migliorare le relazioni con gli USA di Barack Obama. Il “Reset” delle relazioni bilaterali trai i due paesi ha portato a qualcosa di concreto con il trattato di non proliferazione nucleare “New Start”.

Medvedev amico e falco di Putin

Il sodalizio tra i due ha inizio nel 1990 quando entrambi lavoravano per il sindaco di San Pietroburgo. Ed è grazie alla totale devozione di Medvedev verso Putin che quest’ultimo l’ha scelto come suo strumento, tipo la cavallina della ginnastica, per bypassare le costrizioni della costituzione. Per Putin Medvedev farebbe di tutto. Nel 2009 alla Russia serviva un presidente con faccia sorridente e dal pensiero liberale.

Oggi la situazione è radicalmente diversa. Medvedev non è più né presidente né primo ministro ma ricopre la carica di presidente del Consiglio di Sicurezza. Dall’inizio delle guerra con l’Ucraina, ha cambiato, o gettato la maschera per mostrare il suo vero io, come sostiene Paolo Valentino, e si prodiga in minacce contro l’occidente. Minaccia di confiscare i beni delle aziende europee e americane che operano in Russia, e chiede la reintroduzione della pena di morte.

Medvedev è, dunque, uno dei falchi più spietati di Putin. Minaccia il mondo con le armi nucleari e accusa gli USA di voler umiliare e distruggere la Russia. Utilizza tutti gli artifizi retorici del suo amico-padrone Putin: la strage di Bucha è stata una messa in scena occidentale e l’Ucraina è uno stato nazista da denazificare da smilitarizzare.

Il cambio di registro tra il 2009 e il 2022 è impressionante. Se prima era un sorridente liberale ora è uno spregiudicato ultra nazionalista. Ma, a ben vedere, le sue parole sono sempre state in funzione della strategia e tattica di Putin.

 

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Editor: Lorenzo Bossola

 

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