Moda

La vera storia di Lady Dior, la borsa di Lady Diana Spencer

Simbolo di eleganza, la Lady Dior omaggia lo charme indiscutibile di Diana Spencer. La sua storia e la sua meravigliosa gallery

È la it-bag indiscutibile della maison francese: la storia di Lady Dior, la borsa disegnata nel 1994, entrata nell’immaginario colletivo di ogni donna si rispetti.

Chouchou, questo è il suo nome in codice. Siamo negli anni Novanta, decennio del Novecento dove l’esasperazione regna sovrana. Continua a imperversare la moda delle spalle ampie degli anfibi e dei chiodi (le jacket biker, per intenderci) che sono il codice estetico delle generazioni future. Nel frattempo, gli schermi non proprio slim dell’epoca , trasmettono rumors sulla regnante inglese, sempre più in conflitto con la principessa del popolo, Diana Spencer.

Lady Diana con la versione compatta della Lady Dior

I disaccordi con la corona britannica spengono il sorriso della triste Lady non di certo, però, la sua innata eleganza. Nessuna come lei, infatti, è stata in grado di insegnare lo stile alle donne di tutto il mondo. Con semplicità e naturalezza che oggi sarebbe realmente impossibile replicare.

Naturalmente, mentre la pellicola che la vuole protagonista, The Crown, fa discutere per varie inesattezze sulla vicenda, nella memoria di tanti scorrono le immagini impresse sui rotocalchi che la vedono protagonista. Triste con Carlo, un’altra donna con Dodi.

Negli anni Novanta  la popolarità di Diana è alle stelle. Così come accadde a Jane Birkin e Grace Kelly per maison Hermès, anche alla principessa del Galles viene dedicata una borsa. Maison Dior, ai tempi sotto la direzione creativa dell’architetto della moda, Gianfranco Ferré, crea e mette in vendita una borsa rigida, da portare a mano, dalla forma essenziale. Confezionata in pelle di agnello con impunture cannage, la Lady Dior sarà poi prodotta in diversi materiali, tra cui in tessuto.

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La storia della Lady Dior in gallery

Come nasce il mito della borsa Lady Dior

Bernardette Chirac, first lady francese, nel 1996 commissiona a Dior una borsa da regalare a Lady D in occasione della sua visita a Parigi. Inutile è sottolineare quanto la principessa abbia gradito il presente visto che, una volta libera dagli impegni istituzionali si recò nell’atelier della griffe per acquistare diversi modelli da abbinare a seconda delle sue esigenze.

La borsa, prodotta anche nelle bottege fiorentine, è confezinata a mano da artisti artigiani (almeno quattro) che impiegano, ciascuno, almeno otto ore di lavoro.

Nel corso degli anni, inoltre, all’iconica borsa è stata reinterpretata da grandi artisti contemporanei come Pae White, Burcak Bingol, Mickalene Thomas, Haruka Kojin, Isabelle Cornaro,  Janaina Tschape, Lee Bul, Olga de Amaral, Li Shurui, Morgane Tschiember e Polly Apfelbaum, per il progetto Dior Art.

 

 

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