Design: Le Courbusier e la rivoluzione poetica nel design
Design,  Architettura

Le Courbusier e la rivoluzione poetica del design

Architetto, scrittore e pittore, Le Courbusier è stato uno dei primi artisti a rivolgere la sua attenzione al design. È stato il primo in assoluto ad utilizzare elementi industriali, come il metallo, e a progettare oggetti d’arredo destinati alla produzione seriale.

Charles-Édouard Jeanneret, meglio conosciuto come Le Courbusier, è stato pietra miliare del Movimento Moderno

 corrente di pensiero che ha rivoluzionato il concetto di casa – come strumento abitativo – e di design, esaltando l’uso delle forme geometriche semplici.

L’architetto svizzero, naturalizzato francese, ha teorizzato e progettato nuovi modi di vivere gli spazi casalinghi, completando la fruibilità quotidiana delle abitazioni con soluzioni d’arredo innovative e funzionali.

La proposta di Le Courbusier in ambito architettonico ha incontrato scetticismi e scatenato posizioni retrive, ma i suoi oggetti di design, decisamente progressisti, hanno riscosso un tale successo che oggi sono considerati tra le più valide innovazioni concettuali del XX secolo.

Ma, esattamente, dove risiede la rivoluzione?

Per la prima volta nella storia dell’architettura (e dell’arredamento), la sola funzione diventa il primum movens dell’intero processo creativo. Attorno al concetto dell’utile gira tutta la ricerca concettuale e creativa dell’architetto svizzero.

Ecco allora che il tubo metallico viene eletto a struttura primaria dell’oggetto e, attorno a questo, prendono posto le altre componenti della seduta. I mobili, spogliati dell’ornamento, recuperano la loro bellezza primordiale, trovando la resa estetica esclusivamente nella loro funzionalità.

La poetica del design progettato da Le Courbusier risiede quindi nell’essenzialità delle forme e nella totale razionalità degli elementi.

Dagli schizzi e dagli studi sulle diverse posture e sui diversi modi di sedersi, l’architetto darà vita ad oggetti di straordinario valore artistico. Cambierà, allora, il rapporto tra uomo e oggetto.

La prima esposizione di mobili da parte dell’architetto avviene nel 1925, in occasione dell’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, di Parigi.

Design: Le Corbusier e la rivoluzione poetica nel design
La Chaise Longue LC4 nella Maison La Roche, 1924 ©FLC-ADAGP

All’interno del Pavillon de l’Esprit Nouveau, Le Corbusier presenta una casa studiata alla stregua di una macchina da abitare. Pensata esternamente come un cubo con grandi vetrate geometriche, al suo interno presenta spazi perfettamente armonizzati e razionali.

Gli oggetti d’arredo, definiti dallo stesso artista équipment (letteralmente “equipaggiamento”) consistono “semplicemente” in contenitori modulari e componibili, di facile fruizione.

«UNA CASA È UNA MACCHINA PER ABITARE»

Con un’attenta analisi delle funzioni attribuite ai singoli ambienti casalinghi, nel 1928 Le Corbusier presenta una nuova linea di design. Progettata in collaborazione con Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand, la collezione LC-Set (riprodotte oggi da Cassina) è stata presentata all’Equipement intérieur d’une habitation.

Ma l’essenziale riduzione dei contenuti porta Le Corbusier a ricerche estreme. Si narra infatti che l’architetto abbia trascorso gli ultimi anni di vita in una capanna di legno di pino, razionalmente ed esteticamente funzionale, su uno sperone a Cap Martin, in Costa Azzurra.

La ricerca finale di Le Corbusier tentava di riportare l’uomo a vivere bene, con ciò che è realmente necessario. E la capanna, a suo avviso, era l’unico modo per riallacciare l’uomo alla condizione abitativa perfetta: la casa primordiale.

In sostanza… less is more!

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