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Le misure economiche del governo Meloni: nuovi criteri per l’evasione fiscale, riforma rdc, taglio delle tasse

Il discorso alla Camera di ieri del nuovo presidente del Consiglio ha delineato l’agenda delle misure economiche del nuovo governo

Le misure economiche delineate dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, delineate durante il discorso alla Camera serviranno inizialmente per combattere la crisi energetica e per tutelare le famiglie e le aziende dall’inflazione in vista della legge di Bilancio. Per fare ciò ha parlato di una “nuova agenzia delle entrate” per una “vera lotta all’evasione”, di riduzione delle tasse e di revisione delle pensioni e del reddito di cittadinanza.

Meloni e le misure economiche

Il nuovo governo è partito dopo mille ostacoli e costrizioni sia posti dalla congiuntura internazionale e dai mercati sia dai membri del governo stesso e ora è chiamato a rispondere alla prima vera sfida: la legge di Bilancio per il 2023. Lo spazio economico e (forse) politico e molto ridotto e per questo prima verrà varato un decreto Aiuti ter con la proroga dei crediti d’imposta sulle bollette per le imprese e con il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre 2022. “Sarà necessario mantenere e rafforzare le misure nazionali a supporto di famiglie e imprese, sia sul versante delle bollette che del carburante. Un impegno finanziario imponente che drenerà gran parte delle risorse reperibili e ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto avviare già nella prossima legge di Bilancio”, dice Meloni.

Tra le misure annunciate troviamo il “nuovo patto fiscale” che parte da tre pilastri. 1) Riduzione della pressione fiscale per famiglie e imprese con una riforma dell’Irpef annessa con progressiva introduzione del quoziente familiare. 2) Estensione della “flat tax” per le partite Iva con fatturato tra 65mila e 100mila euro. 3) Lotta “alla vera evasione” e non più “caccia al gettito”.

Insomma, “Non disturbare chi vuole fare: sarà il nostro motto, basta con la caccia al gettito”, questo è il motto per la neo presidente. E così che punta solo ai grandi evasori e un lasciar fare ai “piccoli furbetti” con “una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora”, come detto da Meloni. Intende i controlli dalla Guardia di Finanza ai negozianti e commercianti degli scontrini e del Pos. Non a caso questo settore vota in massa Fratelli d’Italia.

Contemporaneamente, è in arrivo uno stralcio delle cartelle esattoriali per multe e tasse non pagate per una cifra, non è ancora definitiva, tra i mille e i duemila euro. L’idea è sempre quella di lasciare stare il “popolino” evasore, in molti casi elettore, per concentrarsi (forse) sulla grande evasione.

Il governo punta anche alla revisione del Reddito di Cittadinanza per i soggetti “effettivamente fragili” eliminando il sostegno statale per “chi è in grado di lavorare”.

Il capitolo pensioni è più delicato perché Meloni, ma Berlusconi e Salvini, vorrebbero superare la tanto odiata legge Fornero magari con una revisione del meccanismo di Quota 102, e con l’introduzione della Quota 41 anni voluta dalla la Lega.

 

 

Foto di copertina: ANSA

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Editor: Lorenzo Bossola

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