L’editoria italiana in crisi: il primo trimestre del 2022 riporta un calo delle vendite
Secondo i dati rielaborati dall’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori-Aie su rilevazioni di Nielsen BookScan, l’editoria italiana sembrerebbe in crisi. I dati, aggiornati mensilmente e disponibili online nella pagina Studi e ricerche del sito Aie, riportano una flessione del 3,7% a valore e del 2,3% a numero di copie rispetto ai primi tre mesi del 2021.
L’Italia che non legge
In questo primo trimestre del 2022, l’editoria italiana di varia, vale a dire romanzi e saggi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione, sembrerebbe in crisi. Si è registrata infatti una flessione del 3,7% a valore e del 2,3% a numero di copie rispetto ai primi tre mesi del 2021.
Forse dovuto alla guerra in atto o forse solo perché gli italiani non leggono più, l’andamento dell’editoria italiana è di nuovo in discesa. Nelle prime 12 settimane si sono persi a valore 14 milioni di euro e 575 mila copie vendute rispetto al 2021. Le vendite a prezzo di copertina sono infatti pari a 364,7 milioni di euro e le copie vendute 24,332 milioni.
L’editoria italiana in crisi? Le vendite dei primi tre mesi del nuovo anno riportano un calo rispetto all’anno precedente
Dal 28 febbraio al 27 marzo si è registrato un -2,9% a valore e -1,0% a copie rispetto allo stesso periodo del 2021. Rispetto al marzo 2021 si sono persi rispettivamente 3,6 milioni a valore e 82mila copie. Ma confrontando questi dati con quelli del 2019 le vendite sono in crescita del 18,9% a valore e del 19,5% a numero di copie, ovvero 58,1 milioni di euro in più e 3,971 milioni di copie in più rispetto a tre anni fa.
Presto ci sarà un aggiornamento sui dati, e si scoprirà se il 2022 sarà un anno di crisi per l’editoria italiana, o se questi mesi di calo siano stati solo una piccola défaillance.
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Editor: Marta Cinnadaio
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