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Attualità

Liliana Segre: il discorso sull’olocausto

LILIANA SEGRE INTERVIENE AL PARLAMENTO EUROPEO DI BRUXELLES CON UN DISCORSO.

La Senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’olocausto, è intervenuta con parole durissime che hanno commosso i parlamentari. Liliana Segre, classe 1930, è una degli ultimi sopravvissuti del campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. Senatrice a vita nominata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2018, la Segre è intervenuta al parlamento Europeo ieri, 29 gennaio, in occasione del 75 anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Dopo la sua apparizione a Che Tempo Che Fa nella puntata di domenica 26   la Segre è tornata all’attenzione dei media da ieri sera, quando ha pronunciato un discorso commemorativo per gli eurodeputati. La seduta plenaria a Bruxelles clebrava il giorno della memoria.

Il discorso di Liliana Segre sull’olocausto

Il discorso di ieri in seduta plenaria a Bruxelles ha riguardato la cosiddetta “marcia della morte”, ovvero la deportazione in Germania di tutti i prigionieri internati in campi di sterminio polacchi, che l’Armata Rossa stava liberando. Commossi  diversi parlamentari: potremmo dire che sia normale, per chi ha avuto il privilegio (e l’onere) di sentir parlare la Segre almeno una volta.

Come di consueto, per il discorso la Segre ha scelto un episodio isolato della sua esperienza di prigionia e l’ha raccontato nella sua cruda realtà, aggiungendo nomi e dettagli.  La crudeltà dei nazi fascisti  (ma soprattutto, cosa su cui non si insisterà mai abbastanza, l’indifferenza della popolazione civile) è qualcosa che va testimoniato e preservato a futura memoria.  Il razzismo e l’antisemitismo “ci sono sempre stati” aggiunge, ma “arrivano i momenti in cui ci si volta dall’ altra parte, in cui è più facile far finta di niente”.

La cittadinanza onoraria

In segno di riconoscimento, sono molte le città italiane che hanno riconosciuto a Liliana Segre la cittadinanza onoraria. Ultimo in ordine di tempo, la città di Venezia ha concesso la cittadinanza onoraria a Liliana Segre nella giornata di mercoledì 29 gennaio.

Liliana Segre, sopravvissuta all’olocausto chi è

Liliana Segre è una sopravvissuta alla Shoah nata a Milano nel 1930. Figlia di una famiglia ebrea, ha subito in prima persona gli effetti delle leggi razziali del 1938 emesse dal regime fascista.

Dopo una fuga in Svizzera è stata catturata dalle autorità della repubblica sociale e deportata ad Auschwitz il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della stazione centrale di Milano. Insieme a lei il padre Alberto Segre e la famiglia, tutti morti nel periodo di detenzione. Solo Liliana tornerà a casa a guerra finita, nel 1945: aveva appena 15 anni.

Era una ragazzina affamata, sporca, che aveva vissuto gli orrori del lager, ma soprattutto l’indifferenza delle persone alla sua disgrazia. Dopo Auschwitz, per anni Liliana è stata lontano dalla vita pubblica. Ha iniziato a testimoniare e impegnarsi nella vita politica del paese solo in anni più recenti, dopo che i suoi figli erano ormai cresciuti.

I 13 sopravvissuti di Auschwitz

Ad oggi sono 13 i sopravvissuti italiani alla strage nazista nel campo di Auschwitz. Insieme a Liliana Segre, sono custodi della memoria della Shoah.

  • Edith Bruck: deportata nella primavera del 1944. Deportata a 14 anni, vive in italia dal 1954 ma è originaria dell’Ungheria. Nei lager perde  madre, padre, un fratello.
  • Samuel Modiano: italiano di Rodi, deportato nella primavera del 1944, porta sul braccio tatuata la matricola B7456. All’inizio del gennaio 1945 chiude il campo di Birkenau: l’esercito russo si avvicinava perciò i prigionieri marceranno nel gelo fino ad Auschwitz. Lì vede l’arrivo dei soldati russi e  ritrova il  compagno di prigionia Piero Terracina (recentemente scomparso) e Primo Levi.
  • Sorelle Bucci: Andra e Tatiana, vivevano a Fiume. Finiscono nelle grinfie del dottor Mengele, detto l’Angelo della Morte, che usava i bambini per compiere atroci esperimenti. Alle storie del “blocco dei bambini”, il Kinderblock, è dedicato un documentario che andrà in onda su rai 1 il 2 febbraio alle 23.20.
  • Arianna Szörényi, anche lei di Fiume, viene deportata e rinchiusa a San Sabba, Trieste, nell’unico campo di concentramento italiano. Verrà in seguito trasferita ad Auschwitz.
  • Diamantina Vivante, deportata ad Auschwitz con i fratelli, sopravviverà lei sola.

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