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Lina Cavalieri, la donna dai mille volti

Lina Cavalieri, diva d’altri tempi, è stata definita “la più bella del mondo”

Lina Cavalieri era considerata la donna più bella del mondo, non fosse altro che in lei si concentravano tutte le caratteristiche di una donna moderna e indipendente.

Roma 1875. Era la vigilia di Natale quando, Natalina Cavalieri, emesse il suo primo vagito.

Nacque dalla relazione tra Floriano Cavalieri (che di mestiere era assistente edile) e Teonilla Peconi, una sarta nata nel viterbese.

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Lina amava i gioielli come testimonia questa cuffia di cristalli

La sua infanzia fu vissuta nella miseria dato che il padre fu licenziato in seguito ad una forte reazione a difesa della moglie molestata sul posto di lavoro dal suo datore.

Per tal motivo, Lina fu costretta a contribuire al benessere della famiglia dilettandosi nei mestieri di fioraia prima e di piegatrice di giornali e sarta, dopo.

Le sue qualità canore furono apprezzate da Arrigo Molfetta che, su richiesta della madre, si convinse di insegnare canto alla Cavalieri.

Il debutto sul palco, di colei che sarebbe diventata soprano, avvenne all’età di quindici anni in un teatro di Piazza Navona.

Qui, alcuni impresari la notarono. Inizia, così, la sua grande ascesa nell’olimpo delle arti canore e cinematografiche.

Si esibì al Teatro Orfeo per soli 10 lire a spettacolo poi, approdò a Napoli e al Folies Bérgères di Parigi.

L’onda del successo la spinse fino a San Pietroburgo dove giunge come una diva acclamata.

Come cantante lirica fu fiancheggiata da personalità di rilevanza come Francesco Tamagno ed Enrico Caruso.

Lina interprete.

Gabriele D’Annunzio la definì “Massima testimonianza di Venere in Terra”. Il poeta italiano era affascinato dalla donna tanto da averle dedicato una copia del romanzo “Il piacere“.

I suoi lineamenti aggraziati, i suoi grandi occhi espressivi e la sua piccola bocca proporzionata, l’avevano incoronata icona di bellezza degli anni Venti.

Era una star. Incarnava il prototipo di una donna indipendente e verace. Giocava ad interpretare il ruolo di imprenditrice di se stessa, spingendosi laddove i suoi colleghi erano timorosi.

Puntò alle incisioni discografiche e legò la sua immagine al cinema.

New York la desiderava. Gli Stati Uniti l’acclamavano a gran voce.

Giunse ad Ellis Island come una divoratrice di sogni. Come i suoi più celebri conterranei Rodolfo Valentino e Salvatore Ferragamo, portò in America il know-how italiano fatto di dedizione, sacrificio e amore supremo per il proprio mestiere.

Si esibì al Metropolitan Opera Company e al Manhattan Opera Company di New York.

Nel 1906 calcò la scena accanto ad Enrico Caruso e Antonio Scotti in Fedora di Umberto Giordano.

Entra nel mito con un bacio a Caruso, l’appassionante gesto d’amore che chiude il primo atto dell’opera.

I media americani, così, la ricorderanno come The kissing primadonna.

Nel 1914 lasciò il teatro con l’ambizione di affrontare la carriera come attrice cinematografica. Debuttò nel 1915 con “Manon Lescaut” a cui fece seguito la pellicola “Sposa nella morte“.

Firmò un contratto che la lega alla Paramount fino al 1920 ma, inavvertitamente, nello stesso anno decise di dire addio alle scene.

La conturbante Lina Cavalieri sacrificò la sfera sentimentale per la sua carriera.

Si racconta che la donna abbia avuto circa ottocentoquaranta proposte di matrimonio ma solo cinque furono accettate.

Nel 1899 fu impalmata dal principe Alexander Vladimirovich Baryantisky che la omaggiò con una collana di smeraldi talmente lunga da essere indossata a tre giri. Il matrimonio naufragò dopo la richiesta del coniuge di dire addio al teatro.

Stessa sorte toccò all’americano Robert E. Chandler che, dopo una sola settimana di matrimonio avvenuto nel 1907, fu liquidato per la medesima richiesta.

Nel 1914 a farle abbandonare il teatro fu Lucien Muratore, collega che decise di sposare nel 1913. Fu un grande amore considerato che l’attore fu l’unico a raggiungere l’obiettivo di allontanarla dalle scene.

Il loro matrimonio durò, ad ogni modo, fino al 26 luglio del 1927. Qualche mese più tardi però, Lina sposò Giovanni Campari,  rampollo delle celebre famiglia produttrice di bevande alcoliche.

Anche la loro relazione naufragò e, nell’ultimo decennio della sua vita, Lina strinse un forte legame con Arnaldo Pavoni, suo impresario.

Gli ultimi anni della sua vita, Lina li trascorse accanto al figlio Alessandro, avuto da una relazione fugace con il maestro di canto Arrigo Molfetta.

Morì a Firenze l’8 febbraio del 1944 a causa di un bomba sganciata da un aereo Alleato che cadde proprio sulla sua abitazione.

Piero Fornasetti e l’amore per Lina.

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Piero Fornasetti Circondato dai suoi piatti dedicati a Lina

Tra i tanti ammiratori di Lina, anche il pluripremiato artista Piero Fornasetti che a lei dedicò cinquecento piatti con serigrafato il suo volto.

“Il volto di Lina Cavalieri è un vero e proprio archetipo: la quintessenza di un’immagine di bellezza classica, come una statua greca, enigmatica come la Gioconda. Cosa mi ispira a fare più di 500 variazioni sul viso di una donna? Non lo so. Ho cominciato a farle, e non mi sono mai fermato”, commentò.

Lo stile.

Lina Cavalieri impressionò tutti per la sua immane bellezza. Era anche piuttosto sensuale e amava abbigliarsi con vesti succinte.

In piena Belle Époque, la cantante e attrice romana dettò stile in tutto il mondo. Il suo abiti corsetto decorati da rusches furono apprezzate dalle donne d’alta borghesia. I suoi vestiti erano abilmente ricamati e decorati da cristalli.

Le gonne dei suoi abiti erano spesso opulente, adornate da strisce sovrapposte che si aprivano sul davanti con larga fascia di merletti.

E poi i gioielli. Per Lina erano fondamentali per completare il suo look. Erano vistosi e preziosi, con gemme colorate che donavano luce al suo viso.

L’acconciatura era chiusa da onde di capelli trattenute da fermagli lussureggianti.

 

 

 

 

 

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