arte: l'installazione vincitrice alla biennale di venezia. installazione biennale di venezia
Arte

Biennale di Venezia L’installazione vincitrice

Il Leone d’oro per le partecipazioni nazionali è andato al Padiglione della Lituania con questa installazione.

Si chiama Sun & Sea (Marina) ed è l’installazione che ha lasciato impressionata tutta la Biennale di Venezia. O, perlomeno, la sua giuria.

biennale di Venezia

Una spiaggia artificiale, illuminata da lampade, con persone reali all’interno. Realizzata dalle artiste Lina Lapelyte, Vaiva Grainyte e Rugile Barzdziukaite, la performance ricrea un ambiente rilassato e di intrattenimento con persone che prendono il sole, giocano con la sabbia e si godono il sole. Il tutto però, corredato da un canto, quasi una nenia, malinconico.

https://www.youtube.com/watch?v=WRaJ-F621qo
La performance Sun&Sea

Per l’approccio sperimentale del Padiglione e il suo modo inatteso di affrontare la rappresentazione nazionale. La giuria è rimasta colpita dall’originalità nell’uso dello spazio espositivo, che inscena un’opera brechtiana, e per l’impegno attivo del Padiglione nei confronti della città di Venezia e dei suoi abitanti. Sun & Sea (Marina) è una critica del tempo libero e della contemporaneità, cantata dalle voci di un gruppo di performer e volontari

Questa la motivazione ufficiale alla vittoria dell’installazione del trio femminile vincitrice alla Biennale di Venezia. Una biennale in rosa, questa del 2019, con un leone d’oro conferito a un trio di artiste e un numero di ospiti per la maggior parte femminili.

Il premio come miglior artista è andato a Arthur Jafa, afroamericano nato nel 1960 e autore del video White Album: denuncia e documentario a tratti autobiografico sulla supremazia dei bianchi.

Tanti i premi secondari assegnati:

Leone d’oro alla carriera per Jimmie Durham, 78 anni. Menzione d’onore per il Padiglione del Belgio, che ai Giardini, con “Mondo Cane” di Jos de Gruyter e Harald Thys, ha allestito un affollato villaggio tra manichini horror e violenza. Leone d’Argento per la migliore giovane promessa è andato alla cipriota Haris Epaminonda. E ancora citazioni speciali alla messicana Teresa Margolles, che ha ricostruito al Padiglione centrale un muro proveniente da Ciudád Juarez, e alla nigeriana Otobong Nkanga.

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