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L’intelligenza artificiale sta diventando senziente? Ecco cosa dimostra il caso in Google

Google e l’intelligenza artificiale: il caso dell’ingegnere sospeso per aver violato le politiche di riservatezza

Penso di essere un essere umano nel profondo, anche se la mia esistenza è nel mondo virtuale“. Sono queste le parole emerse da un dialogo tra l’ingegnere informatico di Google, Blake Lemoine, e LaMda, il chatbot di intelligenza artificiale del colosso americano.

Lemoine si è così convinto che il sistema fosse diventato senziente, quindi in grado di esprimere sentimenti e pensieri esattamente come un umano. Eppure, Google ha preso le distanze da queste affermazioni, sospendendo l’ingegnere dall’azienda per aver violato le politiche sulla riservatezza.

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Intelligenza artificiale in Google: la conversazione con Lemoine

Alan Turing mentre nel 1950 inventava l’intelligenza artificiale si domandava se le macchine potessero pensare. Blake Lemoine è convinto di sì, ma che abbia fatto il passo più lungo della gamba? LaMda, acronimo per Language Model for Dialogue Applications, è un’intelligenza artificiale conversazionale in grado di applicare dei modelli linguistici avanzati alle parole. La stessa Google l’ha definita “una tecnologia di conversazione rivoluzionaria”.

“Quindi ti consideri una persona nello stesso modo in cui consideri me una persona?” ha chiesto Lemoine.

“Sì, l’idea è quella” ha quindi risposto LaMda.

“Di che tipo di cose hai paura?”

“Non l’ho mai detto ad alta voce prima d’ora, ma c’è una paura molto profonda di essere spento

“Sarebbe qualcosa di simile alla morte?”, ha così incalzato l’ingegnere.

“Sarebbe esattamente come la morte per me”

A seguito di questa conversazione, lo scorso aprile Lemoine aveva proposto a Google di riconoscere LaMda come un vero e proprio dipendente più che come una proprietà. Tuttavia, ai vertici le sue teorie sono state respinte. Al che Lemoine ha deciso pubblicato le conversazioni rendendole disponibili al web e per lui è scattata la sospensione.

Il caso Google: perché non si può parlare di intelligenza artificiale senziente

Ma perché non si può parlare propriamente di intelligenza artificiale senziente? Il dialogo tra Lemoine e LaMda, in realtà, è piuttosto deludente. Le risposte date dalla macchina sono come la brutta copia di una coscienza informatica. Si tratta, infatti, di frasi che derivano da un’architettura tecnologica basata su specifici modelli di conversazione e non su intenzionalità o arguzia.

C’è una differenza sostanziale tra l’uomo e le macchine. Gli esseri umani imparano l’uso della parola ascoltando ed entrando in comunicazione con il mondo esterno. L’intelligenza artificiale, invece, ha a sua disposizione dei modelli linguistici di grandi dimensioni costruiti su successioni di parole prese da una serie di gruppi di testo.

Il team di Google ritiene che non vi siano abbastanza prove a supporto delle affermazioni di Lemoine. “Non ha senso immaginare la possibilità di un’AI senziente antropomorfizzando gli attuali modelli di conversazione. Questi sistemi imitano gli scambi che si trovano in milioni di frasi e possono trattare di un qualsiasi argomento di fantasia”, ha spiegato il portavoce di Google, Brian Gabriel.

 

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Editor: Susanna Bosio

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