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Lirica. Carla Fracci perde le staffe

L’étoile si è scagliata contro il sindaco di Roma. Gianni Alemanno, intervenuto a favore del decreto Bondi durante la manifestazione indetta nella Capitale dai sindacati della lirica Rimarrà negli annali come "quella della lite fra Carla Fracci e Alemanno" la manifestazione nazionale indetta sabato 17 maggio dai sindacati della lirica per protestare contro il decreto legge n. 64 che prende il nome dal ministro che l’ha redatto, Sandro Bondi, titolare del dicastero dei Beni culturali. Riunitisi all’interno del Teatro dell’Opera di Roma dopo essere stati colti da un improvviso acquazzone, i numerosi lavoratori e gli artisti delle 14 fondazioni liriche interessate al provvedimento hanno ribadito le ragioni della loro netta opposizione, giungendo a minacciare l’occupazione dei teatri, oltre a nuove iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

All’incontro hanno preso parte anche i sindaci di Bari (Michele Emiliano), Genova (Marta Vincenzi) e Firenze (Matteo Renzi), in qualità di presidenti delle rispettive fondazioni liriche. Mancavano i primi cittadini delle città amministrate dal centro-destra, con l’eccezione di Gianni Alemanno, sindaco della Capitale, che ospitava la manifestazione.

Proprio al termine del suo intervento, Alemanno è stato violentemente contestato da Carla Fracci, solidale con i lavoratori in lotta e soprattutto preoccupata delle conseguenze che il decreto potrebbe produrre sulle già fragili compagnie di ballo, la cui sopravvivenza sarebbe messa a rischio dal taglio del turnover e dai ridotti finanziamenti. Complice il clima infuocato della riunione, fra i due sono volate parole grosse e gesti poco rispettosi. La signora Fracci si è scusata poco dopo pubblicamente di aver trasceso e il sindaco ha detto che finalmente le accorderà l’incontro che per oltre un anno la celebre ballerina – che ha diretto il Corpo di Ballo dell’Opera di Roma per un decennio – gli aveva inutilmente richiesto. Il suo posto alla direzione del balletto capitolino sarà comunque assegnato al coreografo di origine belga Misha Van Hoecke, mentre la signora Fracci è sempre più coinvolta nel ruolo – nuovo per lei – di assessore alla Cultura nella giunta del sindaco di Firenze Renzi.

Nella sostanza, la manifestazione non ha mutato ma semmai esasperato ulteriormente gli animi della categoria, che si sente minacciata non solo dai tagli prefigurati dal decreto ma anche dal nuovo ruolo che in esso viene svolto dalla figura del ministro, giudicato troppo invadente, secondo alcuni anche passibile di incostituzionalità. Il 9 giugno, intanto, il decreto approderà in Aula, dove dovrebbe essere convertito in legge entro il 28 dello stesso mese. Le opposizioni parlamentari stanno cercando di rallentarne l’iter, puntando evidentemente a farlo decadere, mentre non sarebbero contrarie alla presentazione di un disegno di legge, da sottoporre a dibattito nei due rami del Parlamento.

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