Dizionario Arte

Lo Savio, Francesco

Fin dagli esordi, coltivò l’interesse per l’astrazione geometrica di Mondrian e Malevicõ, e per le teorie del Bauhaus. Iscritto alla facoltà di architettura, intraprese la doppia attività di designer e pittore; da un’iniziale adesione al linguaggio informale, dovuta anche all’amicizia con Toti Scialoja, passò presto all’estetica degli Spazio – Luce, dipinti monocromi in cui le lievi variazioni di luce mettevano la superficie pittorica in relazione di continuità con l’ambiente. Nel 1960, a Roma, presentò una variante sul tema, i Metalli, che sfruttavano in senso costruttivista le proprietà ottiche dei materiali. Contemporaneamente realizzò i primi Filtri, opere bidimensionali in cui strati sovrapposti di cartone e velina simulavano i rapporti tra campiture di colore nei dipinti. La visione dal vivo delle opere di Le Corbusier ispirò da vicino la Maison de soleil (1962), una sorta di progetto per abitazione, e le Articolazioni totali, lastre di metallo inserite in blocchi di cemento che le isolavano dallo spazio circostante. L’incomprensione mostrata dall’ambiente artistico romano verso queste opere fu alla base di una profonda depressione, che avrebbe spinto Licini al suicidio; dopo la morte, le Articolazioni totali rivelarono l’acutezza dell’artista nel cogliere, e sotto certi aspetti anticipare, le coeve ricerche minimaliste d’oltreoceano. Nascita: Roma 1935; Morte: Marsiglia 1963

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