Arte

LO SBARCO IN ITALIA DI ROBERT CAPA

Considerato da alcuni il padre del fotogiornalismo, Robert Capa nacque a Budapest nel 1913, ma venne esiliato dall’Ungheria nel 1931. Iniziò la carriera a Berlino, ma visse la maggior parte della sua vita sui campi di battaglia, vicino alla scena, spesso al dolore, a documentare i fatti. Se le tue fotografie non sono all’altezza, non eri abbastanza vicino”, affermava spesso. 

Non a caso morì proprio durante i combattimenti nel 1954, durante la Prima Guerra d’Indocina, al seguito di una squadra di truppe francesi. Temerario, nella sua vita ha seguito i cinque conflitti mondiali di maggior importanza, la guerra civile spagnola, la guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana del 1948 e la prima guerra d’Indocina. Tutti vissuti in prima persona. Gli permisero di acquistare fama e consapevolezza, tanto di decidere di fondare insieme a Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger, William Vandivert la Magnum Photos.

In Italia arrivò nel 1943, dove vi rimase per due anni, con le sue foto tracciò lo sbarco degli Alleati nel paese. Un evento raccontato oggi a settant’anni di distanza alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada” a San Gimignano nella mostra a cura di Beatrix Lengyel. Settantotto fotografie, in bianco e nero, ritraggono i soldati e i civili, dallo sbarco in Sicilia fino ad Anzio. Si va dalla resa di Palermo alla posta centrale di Napoli distrutta da una bomba ad orologeria fino al funerale delle giovanissime vittime delle famose Quattro Giornate della città partenopea.Non mancano i ritratti di chi fugge dalle montagne vicino a Montecassino, come i volti delle persone alla ricerca di umanità. Un reportage unico, colpiscono per l’immediatezza, sotto il suo obiettivo tutti sono trattati allo stesso modo. Capa è vicino alle vittime, non ha paura, è solidale con loro. E lo dà a vedere.

 

ROBERT CAPA IN ITALIA 1943 – 1944

Dal 5 marzo al 10 luglio

San Gimignano, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada”

 

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