Dizionario Opera

Lodoletta

Era stato Giacomo Puccini a vincere l’asta per i diritti di Due zoccoletti , il romanzo di Ouida che desiderava musicare: un progetto che stava a cuore anche a Mascagni e a Casa Sonzogno. Ma Puccini, pur vincitore, rinunciò all’idea, lasciando campo libero a Mascagni. «Ho voluto specialmente che dalla musica scaturisse un mite senso di conforto, una virtù restauratrice per la vita morale dell’umanità passata attraverso al gran dramma della guerra»: così, al ‘Corriere della Sera’, il compositore aveva spiegato perché, dopo Isabeau e Parisina (ossia dopo un periodo influenzato da D’Annunzio) era tornato a una vicenda idillica più vicina all’ Amico Fritz , seppure con finale drammatico.

In Olanda, nella seconda metà del XIX secolo. Si festeggiano i sedici anni di Lodoletta, la figlia adottiva di Antonio. Il vecchio, per poter comprare due zoccoletti rossi alla ragazza, presta (in cambio di una moneta d’oro) l’immagine della Madonna a Flammen, un pittore parigino esule in Olanda per motivi politici; poi Antonio sale su un albero per cogliere alcuni rami di pesco, ma cade e muore. Flammen protegge Lodoletta, rimasta sola al mondo; ma il paese mormora, perché la ragazza viene considerata l’amante di un libertino. Flammen, pur innamorato di Lodoletta, torna in Francia (ha ottenuto la grazia) e la abbandona. Lodoletta allora lo raggiunge a Parigi (“Flammen perdonami”): nevica, è la notte di san Silvestro, e la ragazza vede attraverso una finestra Flammen che festeggia Capodanno; tenta allora di scappare, ma cade sulla neve e muore. Il pittore esce di casa, vede i due zoccoletti rossi e scopre il cadavere di Lodoletta.

L’opera non è immune da un certo bozzettismo: piccoli quadri di paese con coretti di bimbi e macchiette. Non stupisce che il personaggio della protagonista piacesse a Puccini: è un’eroina semplice che lotta per il proprio amore. Mascagni riesce a descrivere il passaggio del suo animo da spensierata ragazza a donna che soffre per amore in due arie: “Comari, comari che corsa” è il suo allegro ingresso in scena, ancora felice, ancora in clima di idillio; “Flammen perdonami” è invece già il canto di un amore adulto, di una maturità forse troppo presto raggiunta. L’attenzione per la melodia, per i singoli particolari avvicina la scrittura di Mascagni a quella di Puccini; l’orchestra predilige sonorità trasparenti, mai grevi, a tratti già vicine a quelle di , l’operetta scritta poco dopo. Ma Mascagni riesce anche a evidenziare la drammaticità di alcune scene inserendole, a contrasto, in momenti di gioia: così per la morte di Antonio, nel corso della festa del primo atto, con una toccante nenia funebre; e nel finale, dove l’orchestra declina un valzer per la festa di Capodanno mentre Lodoletta muore.

Type:

Opera in tre atti

Author:

Pietro Mascagni (1863-1945)

Subject:

libretto di Giovacchino Forzano, dalla novella Two Little Woodden Shoes di Ouida

First:

Roma, Teatro Costanzi, 30 aprile 1917

Cast:

Lodoletta (S), la Pazza (A), Maud (S), la Vanard (S), Flammen (T), Giannotto (Bar), Franz (Bar), Antonio (B), una voce (T), il portalettere (T)

Signature:

s.f.

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