Lucio Fontana: L’omaggio di New York
A pochi mesi dal cinquantesimo anniversario della morte, New York rende omaggio a Lucio Fontana e alla sua profonda influenza sull’arte del Novecento.
Quella che vi proponiamo oggi è un’occasione in più per un viaggio a New York. Sono ben quattro le mostre con cui la città celebra Lucio Fontana, l’artista dei tagli. Al Met Breuer la mostra principale, inaugurata mercoledì 23 gennaio. La stessa sera l’Istituto Italiano di Cultura ha aperto una mostra dedicata all’influenza di Fontana sull’arte italiana. Mentre la sede principale del Metropolitan Museum e il Museo del Barrio espongono ognuno una singola opera ambientale dell’artista.
Lucio Fontana e lo Spazialismo
Fondatore dello Spazialismo e tra gli artisti più innovativi del ventesimo secolo, Lucio Fontana (1899-1968) è ampiamente noto per la serie di “Tagli” realizzati a partire dal 1958, che divennero simbolo dell’era post guerra mondiale.
Lo Spazialismo per Fontana è sintesi delle arti in grado di abbracciare lo spazio circostante. Il gesto con cui l’artista buca la tela è a volte scomposto e primitivo. Altre sembra invece seguire un disegno preciso che, soprattutto quando ai buchi l’artista affianca composizioni di pezzi di vetro, sconfina nel decorativo.
La sua carriera fu inizialmente segnata da un periodo di sperimentazione fertile, che sfidava le norme scultoree in Italia usando l’argilla o partecipando attivamente alle avanguardie argentine. Le prime opere di Fontana degli anni ’30 e ’40 puntano già verso la natura trasgressiva dei tagli che realizzerà due decenni dopo.
Si può sostenere che Fontana ha perseguito una sintesi delle arti e il suo approccio multidisciplinare ha ampliato la nozione dell’esperienza artistica per abbracciare lo spazio circostante.
Era un pioniere di quelli che chiamava Ambienti e i suoi esperimenti con la luce e lo spazio, incluso l’uso del neon, hanno dato il via ad eccitanti sviluppi futuri in ambienti e installazioni artistiche.
Una curiosità
Inglesi ed americani non hanno mai cessato di amare quest’artista che – negli anni cinquanta e sessanta – ha reso Milano una capitale dell’arte. Andava premesso questo per raccontare che la sua opera Concetto spaziale. Attesa fu battuta nell’aprile del 2008, a Londra, al prezzo record di circa 9 milioni di euro.
Al Met Breuer
In corso fino al 14 aprile nella sede del Metropolitan Museum dedicata all’arte del XX e XI secolo, Lucio Fontana: On the Threshold. Questa è la prima retrospettiva che gli Stati Uniti dedicano all’artista italo-argentino in più di quattro decenni. Le oltre ottanta opere in mostra, selezionate in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana, sono disposte tra il terzo e quinto piano del Met Breuer. Comprendono sculture, ceramiche, dipinti, disegni e ambienti realizzati tra il 1931 e il 1968.
All’Istituto Italiano di Cultura
Alla persistente influenza del lavoro di Fontana sull’arte italiana del Novecento è, invece, dedicata la mostra Spatial Explorations: Lucio Fontana and the Avant-garde in Milan in the 50s and 60s, allestita presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York in concomitanza con la mostra al Met. Curata da Francesco Tedeschi e in corso fino al 6 marzo, la mostra riunisce 23 opere selezionate dalla collezione San Paolo. Tra cui quattro Concetti Spaziali di Fontana e opere di Enrico Baj, Tancredi, Mario Deluigi, Emilio Scanavino, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e altri.
La mostra si divide in una prima parte che posiziona Fontana e la Spazialismo nella storia dell’arte del dopoguerra e una seconda parte che mette in luce la sua influenza sulle tendenze artistiche successive, mostrandone la lunga portata.
Al Museo del Barrio
Vale la pena, poi, di spostarsi ad Harlem, al Museo del Barrio, per vedere l’ultima delle quattro opere ambientali di Fontana in mostra in città in questi mesi, un Ambiente Spaziale del 1968.
Questa ricostruzione dell’opera presentata da Fontana a documenta 4, a Kassel, pochi mesi prima della sua morte, è uno straniante labirinto di tele bianche tagliate.
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