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L’Ucraina chiede l’appoggio diplomatico della Cina

Per la seconda volta Kyiv chiede a Pechino di svolgere un ruolo da “grande potenza” nella guerra con la Russia

“Per decenni le relazioni tra Ucraina e Cina si sono basate sul rispetto, la comprensione e il beneficio reciproci. Condividiamo la posizione di Pechino nel voler trovare una soluzione politica sulla guerra contro l’Ucraina, e chiediamo che la Cina giochi un ruolo importante in quanto potenza globale”. Così recita il Tweet del Ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, pubblicato il 21 marzo.

 

Per la seconda volta dall’inizio della guerra, Kyiv, tramite il ministro, chiede a Pechino di svolgere un ruolo da mediatore con Mosca per promuovere il cessate il fuoco. La Cina non ha mai condannato l’invasione russa e si è sempre professata neutrale.

Guerra in Ucraina, la posizione della Cina

Il Tweet arriva dopo che l’ambasciatore cinese negli Stati Uniti, Qin Gang, ha affermato che la Cina è parte della soluzione e non del problema. Durante un’intervista al programma televisivo “Face the Nation” della CBS, Qin ha spiegato che la Cina è contraria alla guerra e che farà di tutto per promuovere la de-escalation. Ha enfatizzato, inoltre, che la Cina ha un ruolo unico nella vicenda. Pechino ha buone relazioni sia con l’Ucraina e sia con la Russia e mantiene una stretta comunicazione con l’occidente. Ha infine ribadito che per la Cina la sovranità e l’integrità territoriale di tutti gli stati, Ucraina compresa, devono essere sempre rispettatati.

La diplomazia cinese fa blocco e continua a promuovere la stessa posizione da settimane. Il portavoce del Ministro degli Esteri cinese Wang Wenbin, durante la conferenza stampa del 21 marzo, ha riportato il parere di Xi Jinping sulla questione ucraina. Il presidente ha affermato che: “più la situazione è complessa e più c’è bisogno di avere sangue freddo ed essere razionali”, “la Cina sta facendo del proprio meglio per la pace e continuerà a ricoprire un ruolo costruttivo”.

Dopo quasi un mese dall’invasione, la strategia cinese è ancora oscura e ambigua ma è trasparente il fastidio che Pechino prova. La Cina non è desiderosa di assumere il ruolo da “grande potenza” richiesto dall’Ucraina e mediare con la Russia per non compromettere i propri interessi.

Le pressioni occidentali

La retorica di passiva neutralità non convince l’0ccidente. La “partnership strategica” tra Xi Jinping e Putin e le posizioni filo russe di una parte dell’élite cinese possono essere percepite come un pericoloso fronte anti americano. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha minacciato di pesanti “conseguenze” qualsiasi aiuto che possa favorire la Russia nella guerra ucraina.  La speranza è quella che la Cina preferisca la salvaguardia della propria economia, che è intrinsecamente legata a quella occidentale, rispetto all’“amicizia” politica con la Russia.

Una guerra aperta commerciale tra Stati Uniti e la Cina avrebbe delle ripercussioni su tutto il mondo. Dal mero punto di vista economico il coinvolgimento diretto della Cina nella guerra in Ucraina non ha senso. Secondo i dati elaborati da Reuters, più di un terzo dell’export cinese finisce in Europa e in USA. Negli ultimi anni dieci anni la dipendenza della Cina dal commercio è diminuita con l’arricchimento della popolazione e con l’aumento del mercato interno. , però, l’importanza che il commercio ha in rapporto al PIL è ancora assai rilevante. In Cina il commercio vale il 35% del prodotto interno lordo, mentre negli Stati Uniti e in Giappone vale rispettivamente il 23% e il 31%.

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