Dizionario Arte

luminismo

Termine coniato nel 1950 circa da John Baur, direttore del Whitney Museum di New York, per descrivere la tendenza, a metà del XIX secolo, della pittura di paesaggio americana, nella quale la rappresentazione della luce e dell’atmosfera era sovrana. Baur definì il luminismo come un realismo curato e pulito, nel quale non vi sono segni di pennellate e nessuna traccia di impressionismo, essendo gli effetti atmosferici raggiunti con infinita cura delle gradazioni dei toni, dall’esatto studio della luminosità relativa alla vicinanza o lontananza dell’oggetto, e da una esecuzione precisa delle variazioni nella tessitura e nei colori prodotte dai raggi diretti o riflessi (American Luminism, Perspective Usa, autunno 1954). La maggiore caratteristica dei luministi è quella di essere interessati soprattutto alla raffigurazione dell’acqua e del cielo. Fra i più importanti vi sono Bingham, Durand, Martin Johnson Heade (1819-1904), noto anche per dipinti di uccelli e fiori, e il pittore di marine Fitz Hugh Lane (1804-1865); alcuni aspetti della tendenza luminista possono essere visti anche nell’opera della scuola del fiume Hudson. Dal 1880 però il luminismo fu messo in ombra dalle influenze francesi.
Nel corso del XX secolo il termine luminismo è stato usato per significati molto differenti: come nome per il neoimpressionismo in Belgio e per le opere artistiche che utilizzano la luce elettrica (vedi light art).

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