una pezza di lundini
Spettacolo,  TV

Lundini Una pezza di: viva viva la seconda serata di Valerio

Valerio Lundini ha riportato la voglia di seconda serata: su Rai 2 Una pezza di Lundini

Quando ho visto per la prima volta uno sketch di Una pezza di Lundini, mi è venuta in mente l’espressione sgrammaticata di un anziano del mio quartiere che dice: “Che cosa è qua?”. Poi, dopo essermi ripreso dallo shock, ho visto il logo di Rai 2 e, segretamente innamorato della cultura popolare, dei media generalisti e tutto sommato affezionato al servizio pubblico, ho gioito. Inutile dire che nel giro di una settimana ho riguardato su Raiplay tutte le puntate del programma e ora sono pronto per qualche riflessione.

Cos’è Una pezza di Lundini

Lundini una pezza di, Una pezza di Lundini è il nome minimal e geniale del programma eroicomico condotto in seconda serata da Valerio (Lundini!). Amante del nonsense e del paradosso, l’intuizione del suo programma è tanto semplice ed efficace: mettere una pezza nel palinsesto quando saltano i programmi più improbabili. Ma in televisione è tutto finto, non si va in live allo sbaraglio! E infatti il primo paradosso di Lundini è quello di fare finta di andare in diretta, mentre le puntate sono tutte registrate. Laddove non fosse chiaro lo spunto ironico, ce lo confermano nei primi secondi gli annunci di cambio di programma di Emanuela Fanelli.

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Emanuela Fanelli nello studio della Pezza

Disallestire la televisione

E allora la prima cosa che fa il programma è giocare sulla preparazione, sulle verità e le falsità preparate a tavolino dallo studio televisivo. Potremmo dire, in realtà, di qualsiasi prodotto mediatico che, essendo un prodotto, ha alla base uno schema di produzione. In tv però ci sono anche degli spazi, dei tempi, dei cliché. Ecco: Lundini li brucia tutti. Dallo studio disallestito, al rapporto con la band, al pubblico, agli ingressi in scena del presentatore, totalmente antitelevisivi. Talmente semplice il gioco da sembrare nuovo, a tratti; da sembrare serio, quasi.

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Scatto mosso di Valerio Lundini nel suo studio disallestito

I tempi, i silenzi

Soprattutto i silenzi però, le pause celentanesche sono la cifra stilistica di Valerio Lundini che balbetta, aspetta, si confonde, distrugge l’archetipo dello showman. Lo fa con le schede sbagliate di presentazione degli ospiti, con le sedie buttate lì, con le domande sbagliate. Parodia di tutto ciò che è il vecchio format televisivo, ironia di tutto ciò che è avanguardia, per venti minuti abbiamo la sensazione di essere normali. Impacciati, a tempo o fuori tempo; possiamo azzeccare o sbagliare l’intervento, proprio come nella vita di tutti i giorni. Lundini spesso fa ridere, ma sempre diverte. Come passare il tempo con un amico molto originale.

Gli ospiti

In buona tradizione mediatica, gli ospiti sono, ovviamente, sempre volti noti. Alcuni si prestano di più altri meno alla débâcle lundiniana, ma il divertimento è sempre assicurato. Cruciani e Parenzo, Benedetta Rossi, Pierluigi Pardo, Alessandro Borghi, Carlotta Antonelli, un parterre da far invidia a Che tempo che fa. E forse ai colleghi milanesi fanno veramente invidia le schede di presentazione dello Sgargabonzi. Certo, non tutti gli ospiti hanno l’innata intelligenza comica di Nino Frassica, campione di nonsense, che da Lundini è sul suo palcoscenico ideale. Quando l’ospite è “comicamente debole”, però, ci pensano le sortite della mitica Signora Anna, improbabile direttrice del secondo canale, gli interventi di Emanuela Fanelli o i meravigliosi meme dell’anziano Tenente Silvestri. Parodia geniale di un elenco lunghissimo di generazioni e di mondi che si sfuggono.

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I meravigliosi meme nonsense del Tenente Silvestri

Per non parlare infine dei servizi improvvisati e inutili, dei famosi rvm buttati lì per riempire il buco televisivo, secondo lo schema del format. Sicuramente molto più interessanti di tanti altri preparati e ugualmente inutili.

La gioia della seconda serata e del prendersi in giro

Cosa fa dunque Una pezza di Lundini? Rinnova quell’alcova meravigliosa dei pochi intimi della seconda serata, il gusto proibito di stare in piedi fino a tardi a guardare la televisione. I lustrini, i messaggi istituzionali, i grandi show, i vicini di casa, il traffico: tutti sono andati a dormire. Rimaniamo in pochi intimi a ridere di loro e di noi. Soprattutto di noi.

Soprattutto Lundini ci ricorda che a volte (spesso) abbiamo bisogno di prenderci in giro e guardarci con autoironia e leggerezza. Nella seconda serata di Rai 2, mentre scivolando verso il sonno buttiamo a mare tutte le fatiche e i crucci del giorno, buttiamo a mare anche i significati, gli stereotipi, le regole, le forme, i format, i target, la retroguardia e l’avanguardia, il conservatorismo e il progressismo; con garbo, anche le maglie del politicamente corretto iper-ideologico (in qualsiasi direzione), vera briglia della tv.

Il garbo e l’ironia: un mondo che non c’è

Il garbo e l’ironia sono le armi di Lundini, che con questi attrezzi è capace di smontare l’ipocrisia e far sorridere anche su temi a volte spinosi (e importanti!). Qualità, queste due, che nei nostri programmi televisivi sono quasi inesistenti. Programmi in cui prevale spesso la seriosità infantile, la sfida, l’arroganza, la presuntuosa volgarità, la ripicca. Programmi che non aggiungono nulla, che arrabbiano o annoiano. Tanto che a volte mi chiedo se non sarebbe migliore una tv di sole seconde serate. Sicuramente, sarebbe una lundinata pazzesca.

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