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Lusso e Made in Italy: l’Italia è protagonista della produzione

Lusso e Made in Italy: dati e prospetti per il 2023. L’Italia è la protagonista a livello di produzione

Il 9 novembre 2022 si è tenuto il 27esimo summit di Pambianco, organizzato con Pwc e con il supporto di Grazia. Il titolo? Il ruolo dell’Italia nel nuovo sistema globale.
Lo scopo, infatti, era proprio quello di indagare l’impatto della produzione e del mercato italiano in comparazione con quello internazionale.

I dati emersi dal summit hanno dimostrato che il lusso di proprietà o di fattura italiana si mantiene bene nel panorama internazionale, nonostante le aziende di proprietà italiano abbiano dimensioni e tassi di crescita ridotti rispetto a quelli di proprietà straniera.
Nonostante ciò, l’Italia resta per il mercato straniero il fulcro manifatturiero.

Dati lusso

Infatti, già nel 2021, si è visto che i principali marchi del lusso italiano (tra cui Dolce&Gabbana, Prada, Moncler, Brunello Cucinelli, Armani, Zegna, Ferragamo, Otb) e i marchi che producono in Italia (Hermès, Burberry, Kering, Lvmh, Chanel, Valentino) hanno realizzato ricavi in crescita. Per la precisione, nel 2021, 141 miliardi, mentre nel 2020 100 miliardi. Addirittura, la crescita è maggiore rispetto al periodo pre-Covid.

L’andamento positivo di sviluppo sembra permanere anche per l’anno corrente. Dai dati raccolti, si dimostra che da gennaio a giugno del 2022 il fatturato è incrementato del 27%.

Per cui, la Francia rimane ancora il primo Paese per fatturato, ma con il suo made in Italy, l’Italia si riconferma Paese leader nel settore produzione.

Nello studio condotto per la nona edizione del ‘Global Powers of Luxury Goods’, studio annuale di Deloitte, è emerso che i 100 top player del settore fashion & luxury a livello globale, sulla base delle vendite consolidate nell’anno fiscale 2021 hanno procurato vendite per 294 miliardi di euro, quindi 305 miliardi in dollari.

Tra le 100 aziende poste in classifica, 23 sono italiane, esclusi i brand italiani che appartengono ad associazioni francesi. Prada, Moncler e Giorgio Armani sono tra le prime 30 delle 100 aziende ed insieme costituiscono il 35% delle vendite di beni di lusso avvenute nel 2021.

Moncler, invece, è il brand caratterizzato dalla maggiore costanza, mentre Golden Goose è l’azienda italiana con crescita maggiore. Quest’ultima, si posiziona terza tra le companies che accelerano maggiormente, segnando una crescita media (in termini tecnici Cagr) del 27%.

I prospetti di Bain & Co e Fondazione Altagamma per il 2023

Il mercato dei beni di lusso personali è destinato a salire a 353 miliardi di euro (368,2 miliardi di dollari) quest’anno, con un aumento del 22% ai tassi di cambio attuali, secondo un rapporto congiunto della società di consulenza Bain & Co. e del gruppo commerciale italiano Fondazione Altagamma. La società di consulenza aveva precedentemente stimato che le vendite sarebbero cresciute tra il 5 e il 15% su base annua.

Tuttavia, si prevede che le vendite cresceranno a una frazione di tale tasso nel 2023, con un rallentamento della crescita tra il 3 e l’8%, a seconda di quanto i consumatori in Europa e negli Stati Uniti si dimostreranno resilienti di fronte alle crescenti opposizioni macroeconomiche, nonché alla velocità di ripresa nella Cina continentale.

È chiaro che, a partire dalla pandemia, ci sia stata una enorme ripresa, ma è aumentata la preoccupazione su quanto tempo possa effettivamente durare la serie vincente del lusso di fronte al rallentamento della crescita del PIL, alla rapida inflazione e alla crisi energetica globale.
Infatti, secondo i recenti dati OEDC, la fiducia dei consumatori è crollata al livello più basso degli ultimi decenni.

“Nonostante tutti i KPI macroeconomici che analizziamo siano bassi – al livello più basso di sempre – il mercato del lusso è molto resiliente e sta rispondendo positivamente” ha affermato Federica Levato, partner di Bain & Co.. Quest’anno, circa il 2% dei clienti di lusso guiderà il 40% delle vendite.

“C’è stato una rinascita del lusso”, ha dichiarato Levato.

Entro il 2030, Bain prospetta che il mercato dei beni di lusso per la persona potrebbe valere tra i 550 e i 570 milioni di euro, circa due volte e mezzo in più nel corso del decennio.

Previsioni 2023 per l’Italia

L’amministratore delegato di Moncler, Remo Ruffini ha affermato al Milano Fashion Global Summit 2022 (MFGS):

“Il 2023 sarà sicuramente complesso, perché il prossimo anno si vedrà l’inflazione reale. Dobbiamo esserne consapevoli e prepararci a comunicare in modi diversi”.

La Executive Director, Senior Equity Analyst Luxury Goods di Mediobanca Chiara Rotelli prevede per il 2023 “una crescita dimezzata rispetto a quella del 2022, nell’ordine del 10%, con una crescita organica all’8%. Ci aspettiamo un rallentamento della domanda, ma un miglioramento dei margini. Il settore continuerà ad attrarre investitori”.

Italia leader nel settore?

Essendo quello italiano un mercato florido nella produzione, ma sostanzialmente affetto da un’indistinzione generalizzata tra piccole, medie e  grandi imprese, necessita di fusioni e acquisizioni per crescere.
Tuttavia, si può supporre che, dato che rimane uno dei Paesi con la maggior richiesta di manodopera per il settore del lusso, vista l’ampia qualità dei prodotti, questa fetta di mercato possa continuare a prosperare anche nel corso dell’anno seguente.

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Editor: Domiziana Contu

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