LVMH e Milan - Bernard Arnault
Moda

LVMH E MILAN, IL PRESSING DI ARNAULT

LVMH marca stretto il club rossonero: Arnault intenzionato ad acquisire il Milan

Moda e calcio non è un binomio così imposiibile. Lo sa bene Bernard Arnault: il francese che vuole legare LVMH e Milan assieme.

L’ex squadra più titolata d’Europa, il diavolo ora dormiente, potrebbe presto andare ai francesi: il popolo alla conquista dell’Italia.

LVMH, infatti, sta capitalizzando una buona fetta del nostro mercato. E adesso, con la possibile cessione del Milan (oggi controllata dalla banca americana Elliott Management Corporation), il gruppo del lusso francese è pronto ad indossare altri tipologie di tacchetti.

Due, però, sarebbero le questioni messe sul piatto dal magnate francese: uno stadio tutto suo dove giocare (quindi addio a San Siro) e la valutazione economica.

Il divario tra offerta e richiesta, infatti, parrebbe davvero troppo. Bernard Arnault avrebbe offerto 950 milioni di euro per acquisire il Milan mentre Elliot avrebbe chiesto 1,2 miliardi di euro.

Il progetto di Arnault, però, sarebbe più che ambizioso. L’imprenditore d’Oltralpe sarebbe intenzionato a creare un vero e proprio distretto dell’entertainement coinvolgendo, appunto, calcio e moda.

LVMH controlla le maggiori griffe di moda internazionale come Louis Vuitton, Patou, Loro Piana, Fendi, Celine, Christian Dior, Givenchy, Kenzo e Marc Jacobs (solo per citarne alcuni).

L’obiettivo sarebbe riproporre, nella capitale della moda italiana, un modello Staples Center di Los Angeles: palazzo polisportivo e sede degli NBA.

L’ago della bilancia è nella figura di Beppe Sala: il sindaco di Milano darà mai il via libera alla costruzione del nuovo stadio?

In totale l’investimento della famiglia Arnault si aggirerebbe attorno ai 2 miliardi di euro.

 

La voce LVMH è consultabile sull’Enciclopedia della Moda di MAM-e-it

“Colosso francese del lusso. La sigla sta per “Louis Vuitton-MoÍt-Hennessy” e identifica un gruppo strettamente legato a prodotti di alta qualità, suddivisi in quattro categorie: moda (Dior, Kenzo, Céline, Lacroix, Vuitton, Givenchy, Loewe, Berluti, una forte partecipazione nella Gucci e in Fendi); vini, champagne (MoÍt Chandon; Veuve Clicquot, Pommery, Mercier, Chateau d’Yquem e Henessy); profumi e cosmetici (Guerlain e le essenze delle varie maison di moda); grande distribuzione. Nel 1998, il fatturato complessivo è stato di 45,5 miliardi di franchi francesi, traducibili in 6,9 miliardi di euro. I dipendenti sono circa 33 mila. Presidente del gruppo (detiene il 31 per cento delle azioni) è Bernard Arnault che, in alleanza con la società irlandese Guinness, ha dato la scalata alla holding, ne ha conquistato il controllo, l’ha rafforzata portando in dote Dior, Lacroix, Céline e i resti sani dell’impero tessile Agache Willot da lui resuscitato nel 1980 con un grosso finanziamento del governo francese.”

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