Spettacolo

MAGNUM. Il libro sulla leggendaria agenzia fotografica

Contrasto pubblica per la prima volta in Italia, MAGNUM, il libro di Russell Miller che ne racconta la storia dagli inizi, da Capa a Cartier-Bresson

In tempi di smartphone, dove tutti si improvvisano grandi fotografi e i giornali online non fanno altro che affidarsi a improvvisati reporter sul campo (semplici spettatori di un avvenimento, ma dotati di una video-fotocamera) per documentare ciò che succede nel mondo, il libro scritto da Russell Miller sui primi 50 anni di Magnum, storica agenzia fotografica fondata nel 1947 da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger e William Vandiver, pubblicato per la prima volta in Italia, non fa che accrescere il valore, e il lavoro, dell’agenzia.

Foto di gruppo in occasione del meeting della Magnum del 1988 © Elliott Erwitt/Magnum Photos/Contrasto
Foto di gruppo di alcuni dei fotografi della Magnum nel 1988 © Elliott Erwitt/Magnum Photos/Contrasto

«Nelle mani di un autore Magnum, la macchina fotografica non è più un semplice occhio obiettivo, ma uno strumento che serve a illuminare e informare, una forza che stimola e influenza l’opinione e che a volte parla per chi non ha voce. Nessun altro gruppo mostra un’empatia così intensa e un tale coinvolgimento nei confronti del modo e del mondo in cui viviamo. Prima che la televisione portasse in salotto, quasi in tempo reale, immagini di conflitti, carestie, disastri ambientali e disordini politici, i fotografi Magnum erano gli occhi del mondo, spesso i primi a mostrare quello che accadeva in luoghi remoti e a nutrire la sete di notizie del Dopoguerra».

Con questa premessa, il giornalista e scrittore inglese Russell Miller, porta subito il lettore a vivere l’atmosfera che da sempre ha contraddistinto Magnum: non una semplice agenzia o un archivio, ma una rissosa famiglia di fotografi, una tradizione, un gruppo di eroi, di personaggi leggendari. Perché, come sottolinea ancora l’autore: «Magnum rappresenta il fotogiornalismo al suo apice: senza paura, impegnato, intensamente coinvolto, appassionato, che esprime un intento morale».
Con un stile avvincente e ironico al tempo stesso, pagina dopo pagina e con alcune tra le più note fotografie scattate dei membri dell’agenzia, l’autore ci porta a scoprire i protagonisti dell’agenzia, le aspirazioni e i progetti che portarono un gruppo di fotografi, tra i più interessanti del Dopoguerra, a fondare una cooperativa in grado di tutelare il loro lavoro e poi, insieme agli altri fotografi che via via si aggregheranno, a cercare in tutti i modi – nonostante il passare degli anni, le crisi dell’editoria, le liti interne, le legittime ansie di realizzazione di ognuno – di resistere e di definire il lavoro e il ruolo speciale del fotografo: documentare e interpretare quel che si agita sulla superficie, come nel profondo, della società.

 

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