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Makariv, Ucraina: scoperto l’ennesimo teatro di strage e massacri sui civili

La situazione a Makariv, città ucraina alle porte di Kiev

C’è un nuovo quadro di violenze e torture che emerge da Makariv, altro centro urbano occupato dai Russi dal 24 febbraio scorso e liberato in questi ultimi giorni. Ci troviamo sempre nella regione di Kiev, lì dove molte cittadine sono state sterminate dalla brutalità della guerra di Putin.

Come ha riportato il sindaco di Makariv, sono stati ritrovati cadaveri con le mani legate, donne stuprate e poi uccise. Non solo. Gli abitanti sopravvissuti raccontano di granate lanciate dai Russi negli edifici per impedire loro di nascondersi.

Il ministro della Difesa ucraino ha parlato di “un nuovo, mostruoso crimine di guerra“. L’ennesimo teatro di brutalità messa in atto contro cittadini inermi e senza via di fuga.

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Makariv: ritrovati 132 cadaveri di civili

“Nelle ultime 24 ore abbiamo trovato i corpi di almeno 132 civili. Molti di questi erano stati gettati in fosse comuni, ma ci sono anche sepolture isolate, le più difficili da individuare”. Questo quanto riportato dal sindaco Vadym Tokar.

Anche dai racconti dei giornalisti locali si lascia intendere che i Russi abbiano sparato a bruciapelo contro chiunque tentasse di fuggire. Intere famiglie sterminate in pochi secondi. Un reporter di Kiev, Stas Kosliuk, si è spinto ancora più a occidente e ha trovato piccoli villaggi del tutto abbandonati e con segni di massacri. Ora, bisogna cercare i corpi anche tra le foreste e gli acquitrini delle periferie.

Così come a Bucha o a Borodyanka, il rituale di guerra dei Russi è sempre lo stesso. Anche Makariv fin dall’inizio è stata isolata. “Sono entrati e hanno rotto i telefoni, uccidendo chi scriveva o cercava di mandare informazioni all’esterno”, raccontano gli abitanti. Per oltre un mese il mondo è rimasto all’oscuro delle terribili violenze che si stavano verificando a pochi passi dalla capitale.

Come emerge, l’esercito russo cambiava in continuazione le sue posizioni all’interno della città dove non erano presenti sempre gli stessi gruppi militari. Ogni gruppo aveva delle precise direttive da seguire, tra cui la tortura dei civili.

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Kiev pronta a denunciare per i crimini di guerra a Makariv

Sempre come ha riportato il sindaco Tokar, dei 15 mila abitanti di Makariv presenti prima della guerra, all’arrivo dei Russi ne erano rimasti un migliaio circa. E sono i sopravvissuti a dare le testimonianze più preoccupanti, anche se con alcune contraddizioni ancora da capire.

Da un lato, infatti, secondo alcuni cittadini sono state le reclute più giovani a perdere il controllo e sfociare in crudeltà e indisciplina in una guerra per cui non erano preparati. Dall’altro lato, invece, c’è chi sostiene che siano stati proprio i soldati di leva a mettere in guardia la popolazione della presenza di unità della polizia politica disposte a utilizzare le maniere forti contro i nazionalisti ucraini. Oltre che della presenza degli uomini delle udmurt e buryat, le brigate provenienti dalle province asiatiche della Russia.

Il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha spiegato che si sta attualmente allestendo un archivio online per documentare i crimini di guerra russi. A questi si aggiunge anche la tortura contro giornalisti, fotografi e registi venuti in Ucraina a raccontare la guerra. A sottolineare questo aspetto è stata soprattutto Lyudmyla Denisova, commissaria per i diritti umani.

 

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Editor: Susanna Bosio

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