Dizionario Arte

Malatesta, Sigismondo

Signore di Rimini dal 1432. Condottiero brillante e senza scrupoli, è l’archetipo del tiranno paganeggiante che un tempo si riteneva caratteristico del rinascimento italiano. Fu accusato dai contemporanei, tra l’altro, di incesto, omicidio e violenza sessuale, e fu pubblicamente condannato all’inferno mentre era ancora in vita -l’unico uomo che abbia mai subito questo destino -da parte di papa Pio II. Fu però anche promotore dell’arte e della cultura. Il suo nome è indissolubilmente legato a uno dei più notevoli progetti del XV secolo, la conversione (cominciata nel 1447) della chiesa di San Francesco a Rimini in un memoriale per sé e la moglie Isotta degli Atti. Ad Alberti fu affidata la trasformazione della facciata esterna dell’edificio in uno stile classico e nobile e ad Agostino di Duccio e Piero della Francesca, tra gli altri, la decorazione degli interni. Il progetto non fu mai completato, ma sotto la diretta ispirazione di Sigismondo si ebbe il più consapevole ritorno all’arte classica che si fosse visto fino ad allora, e anche nella sua incompletezza questo monumento è uno dei primi segni dell’arte rinascimentale. La maggior parte degli ornamenti scultorei alludono alla letteratura classica e alla filosofia, e per questo Pio II descrisse quella chiesa come così piena di immagini pagane da sembrare un tempio per i seguaci del demonio e non per i cristiani. L’edificio fu chiamato Tempio Malatestiano nel XVIII secolo ed è tuttora conosciuto con questo nome. Nascita: Rimini 1417; Morte: Rimini 1468

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