Nancy Marchini malò
Moda

Malo: Nancy Marchini, Marketing & Communication

Il 20 settembre scorso abbiamo intervistato Nancy Marchini, Marketing & Communication Manager di Malo

 Intervista a  Nancy Marchini, Marketing & Communication manager di Malo

Il 20 settembre scorso abbiamo intervistato Nancy Marchini, Marketing & Communication Manager di Malo. Recentemente, il nostro editore Alessandro Dalai l’ha intervistata per un secondo capitolo, dove ci racconta come si sta espandendo il brand Malo.

D: Malo ha intenzione di espandersi in altri mercati? Qual è la sua attuale distribuzione estera e quali i suoi obiettivi per il futuro? Attualmente quali sono i paesi in cui il marchio va meglio e quelli su cui invece bisogna insistere maggiormente?

R: Malo è un bellissimo brand con prodotti di grande valore realizzati interamente in Italia e stiamo lavorando molto per farlo conoscere ai nuovi mercati. In Italia è molto conosciuto perché nasce negli anni ’70 a Portofino, come idea di realizzare maglioni in filati leggeri e caldi, come quelli del cashmere appunto. A quel tempo venivano utilizzate principalmente le lane pregiate, mentre il cashmere era conosciuto principalmente in Scozia. Malo ha portato il filato di cashmere in Italia utilizzandolo per tessere maglioni e accessori, in un filato leggerissimo ma molto caldo e confortevole.

La storia di Malo ha grandi affezionati, intenditori delle cose fatte bene, poi negli anni i riflettori si sono spenti e Malo è passata in secondo piano in termini di crescita di notorietà. Il prodotto non ha mai avuto inflessioni ed è sempre rimasto all’apice per qualità e impegno profuso, tanto che oggi siamo forti di questo come leva verso nuovi clienti e nuovi mercati.

La Germania è già strutturata e conosce il nostro prodotto da tempo, mentre dobbiamo insistere sicuramente su Francia, che se conosce il Brand lo ama, e sui paesi dell’Est. Retail e Franchising diretti sono di sicuro valore per un prodotto di alta gamma come il nostro e ci stiamo dedicando anche a nuove aperture e collaborazioni. Stiamo anche sviluppando l’online con particolare focus su Stati Uniti e mercato asiatico cercando di supportare al meglio l’acquisto online.

D: Qual è il rapporto di fatturato tra Italia ed estero?

R: L’Italia vince al 65% sull’Estero, perché come accennavo, dobbiamo riprendere quote di mercato che nel tempo si sono perse. Ma siamo fiduciosi, perché il prodotto non mente.

D: Per quanto riguarda entrambi i mercati, i clienti preferiscono effettuare acquisti nei negozi fisici o online?

R: Dopo la pandemia, che ci ha visto costretti all’interno delle mura domestiche, si è rilevata la tendenza a preferire il negozio fisico per lo shopping. L’esperienza in Boutique è sicuramente molto appagante, supportata dal contributo di personale dedicato che può consigliare la scelta. D’altro lato, l’acquisto sull’online store è veloce, molto pratico e raggiunge chiunque direttamente a casa. Stiamo in questi giorni lanciando il nuovo sito online, che avrà un’attenzione alla user experience, ovvero a rilasciare contenuti di interesse nel modo migliore e più veloce. Abbiamo implementato il customercare per essere disponibili per il cliente in caso di bisogno e di suggerimenti. Inoltre, è stato dato molto spazio e valore al racconto di chi è Malo, del suo percorso storico, della sua eccellenza e dei suoi obiettivi anche in ambito di sostenibilità. Ci sono in corso molti progetti di circolarità di filati e di salvaguardia dell’ambiente perché lavoriamo anche noi nel settore moda e dobbiamo assumerci le responsabilità per una tutela del nostro pianeta, piccole o grandi che siano. Quest’anno abbiamo collaborato con Treedom per la piantumazione di 1000 alberi, la Malo Green Home supportando importanti progetti con le popolazioni locali, mentre il nostro sito sarà implementato con soluzioni atte ad abbassare il CO2 che genera l’acquisto online e il relativo trasporto. Stiamo implementando la rete vendita soprattutto in Europa offrendo al cliente l’acquisto fisico in Boutique ma dove non siamo fisicamente presenti, l’online è di sicuro aiuto. Offrendo assistenza alla vendita, come in Boutique, un acquisto semplice e veloce come quello sullo store online è un buon mezzo per conoscere i capi Malo.

D: Durante l’ultima intervista ci ha detto che il fatturato di Malo, ereditato dalla precedente gestione, era inferiore alle sue potenzialità. Qual è la strategia di marketing attualmente in atto per risollevarlo?

Il fatturato è stato altalenante negli anni a causa delle diverse gestioni manageriali ma ad oggi siamo in trend positivo. Malo è un’azienda con costi importanti, produce tutto in Italia e ci tiene a continuare a farlo. Ma per posizionarsi al meglio ha bisogno di notevoli investimenti lato commerciale e Marketing che possano sostenere i costi del prodotto. Veicolare un prodotto di un certo tipo, richiede grandi risorse finanziarie e non sempre si riesce a mantenersi fedeli ai progetti di rilancio, soprattutto dopo una pandemia che ha stravolto molti sistemi.

Il nostro impegno è di puntare su una rete vendita più capillare, con più presenze fisiche soprattutto all’estero, tramite Boutique dirette o Franchising. Stiamo migliorando anche l’esperienza di acquisto sull’online store che raggiungerà nuovi mercati e faciliterà l’acquisto anche ai clienti abituali. Inoltre, stiamo portando avanti impegni di responsabilità del brand, nelle edizioni limitate, nella circolarità, nello zero-waste che sono temi dovuti e importanti oggi per molti clienti e per me in realtà.

D: Quali sono stati i risultati di fatturato dello scorso anno?

R: Possiamo dire che abbiamo mantenuto gli stessi risultati dello scorso anno, in termini di ricavi, pur avendo perso il fatturato del mercato russo.

D: Ritiene che la presenza online e sui social possa allargare la fascia d’età dei clienti di Malo?

Il digitale è predominante nella vita quotidiana, e ormai una larga fascia di età ne fa uso. Chi naviga in rete o sui social media, utilizza il digitale per cercare informazioni o per fare acquisti. È imprescindibile avere una forte presenza online al giorno d’oggi se si deve fare conoscere un brand e i suoi valori. Convengo però che senza una buona presenza offline, alcuni Brand soprattutto del lusso, fatichino a farsi conoscere, perché il prodotto va visto, toccato e raccontato. Dietro al prodotto “lusso” non c’è solo immagine, ma molto di più. C’è un grandissimo valore di artigianato, ricerca, innovazione con costi importanti. Se poi tutto questo è realizzato in Italia dove ben conosciamo il costo della manodopera, il tutto acquista un valore importante e innegabile.

Se il Brand è poco conosciuto

Se il Brand è poco conosciuto, chi vede un prodotto online magari attraverso una Campagna di Google ADS o Meta rischia di bannarlo come troppo caro, senza scendere in convenevoli. Bisogna richiedere uno sforzo maggiore al cliente ritenuto “nuovo” portandolo a informarsi sul Brand, sui valori e su come lavora. Se si ha una presenza fisica, con store dedicati si ha la possibilità diretta di, mi permetta il termine, istruire il cliente raccontando il valore di quello che sta provando.

In tema di ampliare la fascia d’età, direi che anche i giovani di oggi stanno apprezzando uno stile più classico, e stanno riscoprendo marchi anche del lusso che propongono look che chiamerei rassicuranti. È uno stile sicuramente vincente perché adatto a molte occasioni d’uso, rimanendo contemporaneo e raffinato.

D: Quali sono le innovazioni sul prodotto attualmente in atto da Malo?

R: Malo è innovazione fin dalle origini. Pioniere nella tessitura del cashmere negli anni ’70 nel tempo ha portato sempre, in modo più o meno importante, innovazioni. Testiamo filati nuovi ad ogni collezione, dando sempre più spazio a quelli più sostenibili, come per esempio la canapa. Molto difficile da lavorare per renderla morbida e confortevole, ma ha grandi proprietà antibatteriche e non irrita la pelle. La pianta di canapa oltretutto non necessita di molta acqua per crescere, né di trattamenti con pesticidi, o diserbanti quindi è una buona risorsa ambientale. È presente nella collezione PE23. Testiamo anche nuove tinture, ricami tradizionali rinnovati e ovviamente sempre nuovi punti che richiedono un grande lavoro di progettazione e sdifettamento del capo. Il nostro heritage è importante, i nostri archivi sono ricchi di ispirazioni e il twist con il moderno e il contemporaneo è davvero una grande sfida. Il grande obiettivo di Malo è di innovare lo stile senza stravolgerlo per realizzare capi ritenuti classici. È nell’altissima qualità con cui vengono realizzati questi piccoli capolavori da indossare, come ci piace definire i capi Malo, che insieme all’attenzione, al tempo per crearli e alla durevolezza stessa che si può parlare di lusso, soffuso, delicato ma reale. Malo non scende a compromessi nel creare i suoi capi. La moda passa, ma lo stile resta.

D: La moda sta evolvendo verso uno stile sempre più fluido e meno legato alla dicotomia dei generi: come si situa Malo rispetto a questa tendenza?

R: La storia della moda racconta che la dicotomia dei generi e la gender afferming clothing è questione prettamente occidentale e contemporanea. Pensiamo alla gonna utilizzata in Scozia come elemento tradizionale, oppure ai pantaloni utilizzati comunemente dalle donne in medio oriente, per fare due semplici e banali esempi. Si parla di gender fluid per dare un senso a qualcosa che in realtà non lo ha mai perso. Forse amiamo categorizzare tutto talmente tanto che dobbiamo indicare se una capo è solo per donna o anche per uomo. Nel contempo ammetto che solo per conformazione fisica il genere maschile può distinguersi dal femminile, in linea di massima, e da lì la divisione dei capi che seguono le misure del corpo.

Ma lato preferenze, nulla vieta che una persona ami vestirsi seguendo il suo genere di specie oppure no. La moda è espressione della propria personalità, è stata ed è ribellione verso un conformismo ipocrita, quindi, ben venga che la moda stia ripercorrendo questa questione, chiamandola evoluzione.

In Malo abbiamo capi uomo e donna, così etichettati per la questione come dicevo sopra delle misure standard registrate nei capi di abbigliamento. Accanto a questi sviluppiamo soprattutto nella maglieria dei capi genderless, con misure particolari che possano vestire entrambi i generi. La mia visione in realtà è un capo Malo, maschile, o femminile tramandato ai figli e indossato con piacere e confort, mescolando stili e includendo ricordi.

D: I grandi gruppi della moda si stanno impegnando per rendere l’industria tessile più sostenibile, ricorrendo anche al recupero di capi vintage: Malo ha, o avrà, un impegno in tal senso? Se sì, in che termini?

R: In realtà la questione dei capi duraturi è tema importante in Malo, poiché i nostri clienti li conservano da molti anni. Abbiamo clienti che raccontano di capi Malo che hanno da oltre 30 anni, in ottimo stato. Questo ci ha dato lo spunto per creare un servizio di cura dei capi chiamato Malo Forever. È un servizio attivabile presso le Boutique o lo store online, e permette di inviare i capi Malo in azienda dove vengono trattati, riparati se necessario e rigenerati rendendo a loro lo splendore di un tempo. Detto questo, sì, stiamo anche pensando al recupero del vintage di Malo per rivalorizzarlo, e ridargli una nuova vita.

I filati di un tempo oltretutto erano ben diversi da quelli attuali. Il riscaldamento globale ha cambiato le cose anche negli animali. Le capre Hircus da cui proviene il cashmere, non necessitano più di un pelo lungo e folto come 30 anni. Quindi il cashmere di adesso è diverso da quello di un tempo. Ci vuole molta maestria per lavorarlo per renderlo altrettanto prezioso e duraturo. È una sfida che accettiamo volentieri anche se preferiamo sperare al ritorno di una stabilità climatica e al freddo di un tempo.

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