Dizionario Arte

Mantegna, Andrea

Mantegna, Andrea. Pittore e autore di stampe italiano, uno dei più rinomati e influenti artisti del XV secolo. A Padova (vicino al suo probabile luogo di nascita) fu allievo e figlio adottivo di Squarcione, e la crescita in un’atmosfera umanistica ha segnato il suo intero atteggiamento verso l’arte. Squarcione sfruttava i suoi allievi e nel 1448 Mantegna, appena diciassettenne, diede un primo esempio della sua formidabile forza di carattere portandolo davanti a un tribunale per obbligarlo a riconoscere la sua indipendenza.

Era particolarmente precoce, e lo stile personale che aveva sviluppato all’inizio della carriera cambiò poco nei tratti essenziali nel mezzo secolo successivo: uno stile caratterizzato da acuta chiarezza del disegno, del colore e della luce, da una passione per l’archeologia che si nutriva dell’abbondanza di rovine classiche nel nord Italia, e una padronanza della prospettiva e dello scorcio a quel tempo ineguagliata.

Queste qualità erano già evidenti

Queste qualità erano già evidenti nel suo primo lavoro su commissione (1448), la decorazione della Cappella Ovetari della chiesa degli Eremitani di Padova, con le storie affrescate della vita di san Cristoforo e di san Giacomo (quasi completamente distrutte dai bombardamenti della seconda guerra mondiale) e possono essere altrettanto rintracciate nella celebrata Orazione nell’orto (1460-1465, National Gallery, Londra). Con tutta la sua erudizione, tuttavia, Mantegna non risultava mai arido: il suo lavoro anzi esprime spesso intelligenza e fantasia, ed era un delizioso pittore di animali -ne sono una prova i conigli nell’Orazione nell’orto.

Nel 1460 Mantegna, Andrea si trasferì a Mantova come pittore di corte di Ludovico Gonzaga e, salvo una visita a Roma tra il 1488 e il 1490, vi rimase per il resto della vita.

Fu tenuto in estrema considerazione da Ludovico

Fu tenuto in estrema considerazione da Ludovico, dal figlio e successore Federico e da Isabella d’ Este, moglie di Francesco successore di Federico. A quel tempo Mantova diventò uno dei principali centri di cultura umanistica d’Europa e Mantegna glorificò la famiglia Gonzaga e la sua corte nel suo lavoro più famoso, l’affresco decorativo (1465-74) della Camera degli sposi nel Palazzo Ducale. Ritratti di gruppo della famiglia Gonzaga, rappresentata in varie scene di vita cortese, si allineano lungo i muri, e sopra questi scorrono i medaglioni dei Cesari, a significare come la casa regnante meritasse di proseguire le tradizioni della Roma imperiale.

La principale caratteristica della stanza resta però la pittura *illusionistica dell’architettura (in particolare del soffitto), che sembra ampliare lo spazio reale. Per la prima volta dopo l’antichità veniva realizzato un simile progetto, e l’opera di Mantegna divenne capostipite di molti dipinti decorativi dei secoli seguenti (vedi quadratura).

Un’altra grande opera realizzata

Un’altra grande opera realizzata su commissione dei Gonzaga fu la serie di nove dipinti sul Trionfo di Cesare (1480-1500, Collezione reale, Hampton Court, Londra); spesso si dice che fosse stata realizzata per Francesco, ma nei fatti non si sa chi sia stato il vero committente.

Queste grandi e fragili tele soffrirono pesantemente le mani dei ‘restauratori’ dei secoli passati, ma furono accuratamente pulite negli anni Sessanta-Settanta del Novecento e, benché rovinate e scolorite, rendono comunque chiaramente idea dell’incredibile genio di Andrea Mantegna nell’ideazione e nella realizzazione del disegno, e sono considerate, a fianco dei *cartoni per arazzi di Raffaello, come una dei più grandi insiemi di arte *rinascimentale conservati fuori dall’Italia. Parallelamente alle grandi commissioni dei Gonzaga, Mantegna dipinse molti altri tipi di opere, comprese pale d’altare, pitture sacre, ritratti e allegorie.

Produsse anche incisioni

Produsse anche incisioni di una qualità fuori dal comune (sono considerate le realizzazioni più fini di quel periodo in Italia) e fu uno dei primi artisti a usare la stampa per diffondere le sue composizioni (all’inizio probabilmente incideva lui stesso le matrici, poi si affidò ad assistenti specializzati); disegnò inoltre la sua casa di Mantova e si ritiene che abbia modellato il proprio busto bronzeo per la cappella dedicatagli nella chiesa di Sant’Andrea (ne è conservato un calco alla National Gallery di Londra).

Dopo la sua morte la sua figura fu venerata e la sua fama non si è mai esaurita. La sua influenza è stata profonda, non solo sugli artisti italiani (valga per tutti il cognato Giovanni Bellini), ma anche, per esempio, su Dürer, che come molti altri artisti nordici trovò la sua rivisitazione dell’antico particolarmente agevole da assimilare.

Nascita: Isola di Carturo 1431; Morte: Mantova 1506

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