L'imprenditore veneto, 56 anni, titolare dell'azienda Linea d'Ombra con cui ha realizzato la mostra "Storie dell'Impressionismo Goldin
Arte,  Mostra

Marco Goldin: gli impressionisti nella mia Treviso 2016

Marco Goldin festeggia  i vent’anni di “Linea d’ombra”. Con una mostra che è già record

olio su tela, cm 60,5 x 74 Chicago, The Art Institute of Chicago
Claude Monet, olio su tela, cm 60,5 x 74 Chicago, The Art Institute of Chicago

Goldin ha di nuovo colpito nel segno. Il bilancio del primo giorno di apertura è già record di presenze a Treviso. Per vedere la mostra “Storie dell’Impressionismo” si fa la coda, davanti al Museo di Santa Caterina. Un dato forse scontato per il curatore, che già 16 anni fa, con i 440.550 biglietti staccati per la mostra sulla Senna e le ninfee di Monet, ridiede smalto al poco visitato Museo di Santa Giulia di Brescia, e regalò alla ‘città del tondino’ un vigoroso introito di notorietà. Da sempre, il cinquantaseienne ex enfant prodige del ‘sistema mostre’, storico dell’arte e manager, gestisce in proprio le mostre che produce con la sua società “Linea d’ombra”, dal progetto all’allestimento.

“Vent’anni fa ho lanciato una sfida a me stesso. Arrivare dove non sono riusciti i più grandi. Con le mie mostre ho superato colossi come la Tate di Londra e il museo Van Gogh di Amsterdam. Vedrete: a Treviso sarà un successo travolgente”, mette simpaticamente in guardia Goldin, qui intervistato da Mam-e.

Marco Goldin, lei riesce dove altri gettano la spugna. Qual è il segreto?

olio su tela, cm 65 x 54 Zurigo, Fondazione Collezione E. G. BŸhrle
Pierre – Auguste Renoir, Mademoiselle Irène Cahen d’Anvers, 1880olio su tela, cm 65 x 54
Zurigo, Fondazione Collezione E. G. BuŸhrle

“La qualità delle opere, sempre. Per averle, bisogna prima innamorarsene. E poi scomodarsi, viaggiare, trattare personalmente coi collezionisti e i direttori di musei. Schiodare i quadri dai muri, se occorre. Un progetto che cominciai ad accarezzare nel 1983, quando, a 24 anni, dopo un viaggio in autostop arrivai al Grand Palais di Parigi e vidi da vicino il mio primo Monet. Oggi a Treviso ne mostro diciassette”.

Tutta passione, Goldin?

No, è fondamentale anche saper costruire una campagna di marketing avvincente. E la capacità di comunicare è un’ottima strategia nella fidelizzazione del visitatore. Brutta parola, che però rende bene l’idea del nostro rapporto confidenziale con la gente. Ma, ripeto, se manca la qualità la mostra non regge”.

Certo è facile coi grandi nomi

Sì, ma non basta. Con gli impressionisti abbiamo puntato soprattutto su temi specifici e su grandi interpreti, Monet, Manet, Renoir, ma nelle mie mostre hanno avuto successo artisti sublimi ma poco frequentati come Caillebotte e de Valenciennes, per esempio”.

I suoi nemici, quelli che hanno sempre accusato Marco Goldin di fare mostre blockbuster, si sono già fatti vivi?

Penso che stiano aspettando il momento opportuno. Ma ancora una volta non avranno vita facile. La mostra ha un impianto storico molto solido. E poi, sono i numeri a parlare, in vent’anni abbiamo portato oltre 10 milioni di persone a visitare le nostre mostre, ottenuto prestiti da 1.100 musei e istituzioni diverse in tutto il mondo, esposto più di 10 mila opere d’arte”.

Treviso, tornarci vent’anni dopo la storica mostra di Monet, che effetto le fa?

“Un effetto magnifico: è un tornare a casa, il mio rapporto con la città è sempre stato splendido, coinvolgente, anche se umorale. Va finalmente in porto un progetto che mi stava a cuore da anni, ma venne lasciato in sospeso. Adesso c’è tutto il tempo e la disponibilità. E’probabile che non ci fermeremo qui”.

Cosa propone nella mostra?

olio su tela, cm 65 x 81 ZŸrich, Stiftung Sammlung E.G. BŸhrle
Edouard Manet, Le rondini, 1873, olio su tela, cm 65 x 81 Zurich, Stiftung Sammlung E.G. Buhrle

“Comincio da lontano, passando in elenco i vari Salon d’accademia, sviscerandone le tecniche obsolete, per arrivare al cuore della mostra: la prima rassegna impressionista tenuta nell’aprile del 1874 nello studio parigino del fotografo Nadar. La storia parte da Ingres, prosegue con  Turner e i paesaggisti olandesi del XVII, poi Constable, Corot e Millet, i due maestri che formeranno i pittori della generazione successiva. Ma anche il gruppo di pittori francesi che negli anni Trenta dell’Ottocento si riunisce a Barbizon, un villaggio della Francia settentrionale. Dipingono dal vero, lontano dalle luci degli atelier. Fecero scuola a Manet, Renoir, Monet, Van Gogh, cui la mostra dedica un capitolo con una decina di capolavori dal periodo di Arles a quello finale di Auvers sur Seine, Gauguin, che non sa decidersi tra la Bretagna e la Polinesia, figura immensa che si staglia sulla parabola declinante dell’impressionismo”.

Storie dell’impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin. Treviso, Museo di Santa Caterina. Orario, da martedì a domenica 10-18, chiuso lunedì. Info: tel. 0422 658442. Catalogo di Linea d’ombra. Sito Internet: www.lineadombra.it e www.museicivicitreviso.itDal 29 ottobre al 17 aprile 1917

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