Maria Grazia Chiuri: "Nulla è inamovibile". Conferenza tenutasi allo IUAV di Venezia.
Moda

Maria Grazia Chiuri: “nulla è inamovibile”

Maria Grazia Chiuri all’università IUAV

La direttrice creativa per le linee donna prêt-à-porter e haute couture Dior ha tenuto ieri, lunedì 5 Novembre, una conferenza all’università IUAV di Venezia.

La lecture si è tenuta alla presenza di un nutrito numero di studenti, professori e in conversazione con Maria Luisa Frisa, direttrice del corso design della moda.

Gli spunti sono stati molteplici e gli argomenti toccati hanno spaziato dalla formazione della designer, fino alla sua nomina presso Dior nel 2016.

La conferenza

Dal titolo Je suis nue pour toi, la conferenza ha analizzato non solo la carriera di Chiuri, ma anche tematiche come il femminismo (argomento molto vicino alla designer), la sostenibilità nella moda e la cultura come premessa indispensabile ad ogni tipologia di processo creativo.

Gli inizi

Romana d’origine, proprio nella capitale si approccia allo studio della moda presso l’istituto Europeo di Design.

Qui fin da subito avverte una forte attrazione per il mondo degli accessori, riguardo al quale non c’era ancora mai stata una reale attenzione da parte del sistema moda. Infatti dichiara:

“Quando ho iniziato non c’era la percezione di quello che sarebbe diventata la moda, era ancora un mondo piccolo. Ho avuto un’attrazione immediata verso gli accessori, quasi anomala per il tempo ed era difficile capire che tipo di applicazione avrebbe avuto nel mondo reale.”

Dopo la laurea, inizia a muovere i primi passi da professionista all’interno di piccole aziende e riconosce di essere stata fortunata ad averne preso parte.

Nelle piccole realtà si impara a non essere troppo settoriali e si capisce come funziona il sistema, infatti menziona i due anni passati a Firenze presso Chiara Boni come particolarmente formativi.

Fendi prima

“Gli anni da Fendi sono stati gli anni del cambiamento.”

Tra le ideatrici dell’iconica borsa baguette, Maria Grazia Chiuri seguirà da Fendi, per quasi dieci anni, la linea accessori accendendo la miccia per una vera rivoluzione nell’ambito.

Gli accessori.

Gli accessori, a cui non era stata data la giusta rilevanza, grazie al suo intervento prenderanno sempre più piede arrivando a definire il look quasi più dell’abito stesso. Si da il via quindi alla sperimentazione nel creare i cosiddetti oggetti del desiderio usando manifatture e materiali inediti.

Nessuno prima di allora avrebbe mai pensato di utilizzare i tipici elementi moda, come ad esempio ricami e cachemire, per creare delle borse. Lo scoglio più grande, sostiene, è stato individuare qualcuno che fosse disposto a mettersi in gioco per creare manualmente oggetti di questo calibro, perché in fondo “la produzione è parte integrante del progetto”.

Valentino poi

“Da Valentino non si è rivelato facile confrontarsi con chi ha fondato l’azienda in carne ed ossa.”

L’incontro con Piccioli.

Anche l’esperienza da Valentino, definita dalla designer stessa come una casa, l’ha vista scendere in campo ancora una volta nell’ambito accessori per poi trionfare da protagonista assieme a Pierpaolo Piccioli nella direzione creativa del brand.

In un viaggio quasi ventennale, Chiuri è entrata e ha capito profondamente il DNA del marchio, studiandolo a fondo per poi sentirsi a suo agio nel rielaborarlo sì liberamente, ma anche in maniera del tutto coerente

Ribadisce infatti che lo studio, la riattivazione dell’archivio e la continua ricerca siano aspetti essenziali per capire come agire in modo credibile e consapevole: il creativo deve sapersi mettere a disposizione del brand senza tradire ciò che vuole comunicare.

Importante è stato da Valentino il passaggio anche all’alta moda, con il quale Maria Grazia Chiuri sostiene di aver sempre avuto inconsciamente un rapporto privilegiato.

Crescendo nell’atelier della madre infatti non può che ammettere di aver assimilato molto di quel mondo fin da piccola.

“È stata un’accettazione graduale di un mondo con cui in realtà ho sempre avuto a che fare.”

Interessante è stata la definizione che ha dato dell’alta moda firmata Valentino, e in generale quella italiana, indicata come un’alta moda reale a differenza della francese molto più artificiosa e teatrale.

Quella della casa di moda romana è al servizio delle clienti, una couture attraverso la quale si creava un rapporto privilegiato tra designer e acquirente.

L’approdo a Dior

“Mi hanno chiesto se ero inamovibile, ho risposto che nella vita non c’è nulla di inamovibile.”

Riassumendo così con un cenno di ironia la proposta della maison francese, questa forse è la dichiarazione più forte che la designer ha rilasciato durante la lecture.

In realtà stiamo parlando di un evento epocale, poiché Maria Grazia Chiuri rappresenta la prima donna ad assumere la direzione creativa Dior: donna per le donne.

Il femminismo.

Non a caso il femminismo si palesa come un elemento costante che caratterizza le sue collezioni e attraverso il quale vuole raccontare la sua visione della donna Dior: graziosa, femminile ma forte e consapevole.

Un successo immediato è stata infatti la t-shirt We all should be feminists che la designer presenta al suo debutto a Parigi, di cui vediamo una foto anche sotto.

Un aspetto che sta particolarmente a cuore alla designer si è rivelato essere il mondo della curatela museale, che riconosce al brand Dior essere ineccepibile.

Con orgoglio menziona infatti la mostra tenutasi al museo delle arti decorative di Parigi.

All’interno dell’esposizione il brand era visto sotto l’occhio di tutti i direttori che hanno contribuito all’affermazione del brand in settant’anni di storia: un successo plateale.

Maria Grazia Chiuri: "Nulla è inamovibile", un'analisi della conferenza tenutasi allo IUAV di Venezia.
Maria Grazia Chiuri fotografata con dellesue creazioni

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