Carrà e Martini: due grandi del '900 in mostra a Verbania
Dizionario Arte

Martini, Arturo 1902

Martini, Arturo . Scultore italiano. Autodidatta, frequentò gli studi di Antonio Carlini a Treviso e Urbano Nono a Venezia, dove si iscrisse alla Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1909 soggiornò per un periodo a Monaco di Baviera, venendo in contatto con l’ambiente simbolista e secessionista.

Martini Arturo

Rientrato in Italia strinse amicizia con Gino Rossi, figura fondamentale per la sua crescita artistica, e si avvicinò al gruppo di giovani che esponevano periodicamente a Ca’ Pesaro.

Al 1912 risale il suo primo viaggio a Parigi

Al 1912 risale il suo primo viaggio a Parigi, dove frequentò Medardo Rosso e conobbe la scultura primitivista di Modigliani. In questo stesso periodo si avvicinò al gruppo futurista (Ritratto di Omero Soppelsa, 1913, Museo Civico di Treviso), anche se non aderì mai pienamente alla poetica del movimento.

Trasferitosi a Milano, Arturo Martini iniziò a frequentare il salotto di Margherita Sarfatti, dove si ritrovavano artisti e intellettuali come Sironi, Funi e Bontempelli . Abbandonato il linearismo di matrice simbolista, indirizzò la sua ricerca verso una semplificazione delle forme e dei volumi (Busto di fanciulla, 1920, collezione privata) in linea con quanto portato avanti in quegli anni da Valori Plastici, a cui aderì nel 1921.

Nascono così capolavori di intensa poeticità

Nascono così capolavori di intensa poeticità come L’amante morta (1921, collezione privata), Ofelia (1920, collezione privata) e La moglie del poeta (1922, collezione privata). Assiduo studioso della tradizione artistica italiana, tradusse gli spunti derivanti dall’arte etrusca, medievale e del primo Rinascimento in un linguaggio altamente personale in cui le figure sono spesso sospese in un’atmosfera da fiaba.

Aderì al movimento di Novecento

Aderì al movimento di Novecento, esponendo alle diverse collettive del gruppo e si confrontò con la dimensione monumentale, realizzando rilievi per il Palazzo di Giustizia (1937) .Per l’Arengario (1940-1942) a Milano, nonché sculture per le varie edizioni della Triennale. Accanto alle opere di medie e grandi dimensioni sono da ricordare le molteplici terrecotte caratterizzate da una grande vivacità e immediatezza.

Nascita: Treviso 11-08-1889; Morte: Milano 17248

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