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Moda

MFW Cari stilisti, fate mea culpa

La MFW ha appena chiuso i battenti, ma quante crepe ha esibito la settimana della moda milenese?

Tutta apparenza, poca sostanza: la MFW ha ancora molto da imparare (e la colpa è del sistema, tutto).

La settimana della moda meneghina si appiglia ancora alle buone apparenze. La solita storia all’italiana, insomma.

Una macchina organizzativa che sembra ancora in rodaggio. Ode ai buoni propositi ma la strada è ancora tutta in salita.

Milano XL 2018 ha stuzzicato la curiosità dei passanti. Selfie, poi solo selfie. Un’installazione incapace di comunicare. Mancava il senso del messaggio. Viva il Made in Italy, ma facciamoci un vero manifesto.

La vera sconfitta, ad ogni modo, è stata la mostra “Azzedine Alaïa Couture Sculpture” che ha registrato il disinteresse della comunità. Per i sociologi sarebbe un metro di giudizio per giudicare la fogna mediatica che orbita intorno al settore. E scusate la volgarità.

Apparenza e poca sostanza, appunto. I meandri di Palazzo Clerici erano praticamente vuoti, eccezion fatta per alcuni appassionati di moda e alcune scolaresche che hanno avuto il buon senso di vedere con i propri occhi la maestria del grande scultore della moda franco-tunisino.

E cari stilisti, fate mea culpa.

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Il trend della prossima primavera/estate 2019

Il tema della prossima primavera/estate 2019 era il viaggio. Abbastanza complicato, ςa va sans dire!

Interpretato in maniera elementare. Come uno studente della scuola primaria al quale gli viene chiesto di schizzare un paesaggio visto durante le vacanze.

I pantaloncini da ciclista.

Ricordate chi li ha indossati qualche mese fa?

Carissimi stilisti e griffe tutte, mostrate spina dorsale. Avete l’obbligo morale di creare, inventare di CONDIZIONARE e non farsi condizionare.

Siete la fonte di ispirazioni per i giovani studenti delle migliori scuole e accademie italiane di moda e non solo. Avete forse dimenticato il vostro ruolo?

I sacrifici ch avete compiuto per emulare i grandi couturier del passato come Charles James o Poiret, Elsa Schiaparelli o Jole Veneziani?

Siete la prima generazione di stilisti che avete ubbidito agli insegnamenti dei grandi sarti dell’epoca e che vi inginocchiate di fronte alle logiche del mercato e alle richieste delle influencer.

Siate docenti per le nuove generazioni della moda. Insegnate loro la devozione per il vostro mestiere. Non disabituate al bello, al creato, alla ricerca. Ripeto, avete un obbligo morale verso chi sogna il vostro “posto al sole”.

La MFW, poi, si è conclusa con una stoccata al Made in italy. Versace è, oggi, un marchio a Stelle e Strisce. I sacrifici di una vita sono stati valutati per due miliardi di euro. Che valore ha, oggi, il nostro comparto moda? Spenti i riflettori, spento il sogno di una vita?

Meditate!

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