mido 2017, Fiera Milano
Moda,  Milano

Mido 2017: La nuova frontiera degli occhiali

Il mercato degli occhiali nel dopo MIDO 2017

Mam-e ha intervistato il Presidente Marcolin a seguito di MIDO 2017 (marzo).

 

mido 2017, Fiera Milano

 

 

D: Quali sono, Presidente, le più importanti evidenze tratte dall’edizione appena conclusa del MIDO?

R: Dopo la sesta edizione della mia presidenza e dopo gli ultimi avvenimenti economici che hanno particolarmente riguardato il nostro settore, cioè le grandi fusioni internazionali di gruppi così importanti, non mi sarei aspettato una dinamicità e una crescita così decisa del numero dei compratori, soprattutto stranieri, che hanno visitato la nostra Fiera. MIDO 2017 ha fatto registrare infatti oltre 55.000 presenze, un record assoluto che ha superato del 5,5% il record dello scorso anno. In particolare, nei tempi di internet, di e-commerce e di new media, è rilevante il fenomeno della necessità di venire a MIDO, che è una piazza reale di confronto, per incontrarsi, discutere, vedere fisicamente le novità presentate. È con orgoglio che sottolineo come la presenza italiana sia stata quest’anno in crescita, così come la partecipazione dei compratori stranieri sia sensibilmente aumentata, tenendo conto che la produzione italiana è destinata, per l’80%, all’estero.

D: E-commerce e catene commerciali quanto caratterizzano il mercato italiano rispetto all’esperienza internazionale?

R: Certamente l’e-commerce è un fenomeno ormai attestatosi al 10% circa del mercato italiano, in particolare negli occhiali da sole, e questo trend crescerà. Tuttavia, la specificità del mercato e l’importanza della prova del prodotto fisico e, viceversa, il poter scegliere l’occhiale su un sito di e-commerce per poi comprarlo dall’ottico, fa sì che prevediamo una specializzazione dell’ottico in alcune fasce di prodotto più particolari e la crescita dell’e-commerce nel prodotto più “griffato”: quello da sole, ad esempio. Per quanto riguarda invece la distribuzione, l’Italia è un po’ meno concentrata e le catene, quindi, sono un po’ meno importanti che non all’estero, anche se è stimabile una crescita di forme di aggregazione dei punti vendita, anche se non nella direzione delle grandi catene. Resterà, perciò, uno spazio per l’ottico che si specializza e che a sua volta usa l’e-commerce e il web, partendo dalla sua sigla commerciale.

D: Lei prevede un tasso di sviluppo per il prodotto italiano nel mondo ancora positivo?

R: Sì, perché nella doppia categoria del fashion e del mercato da vista assistiamo oggi a delle dinamiche di sviluppo, in particolare negli occhiali da sole di medio-alta qualità, e ci fa ben sperare l’arrivo sul mercato di Paesi enormi come l’India e la Cina, dove sia la gamma dell’occhiale da vista che quello da sole hanno una possibilità di crescita, naturalmente legata agli altri accessori del mondo della moda, come risulta da ricerche che abbiamo fatto sia in Italia che in Francia. Mi piace ricordare che, a fronte di una delocalizzazione della produzione negli anni passati, soprattutto legata alla diminuzione dei margini commerciali per i prezzi di produzione più bassi dei Paesi emergenti, si è ritornati ad una ri-localizzazione italiana della produzione, fondamentalmente legata alla qualità della nostra filiera produttiva.

D: Quali provvedimenti il sistema-Paese può prendere per aiutare il settore degli occhiali?

R: Mi preme sottolineare quanto il sistema bancario sia importante a sostegno delle nostre aziende, cosa che non sempre avviene positivamente, ed inoltre la burocratizzazione eccessiva del processo produttivo/commerciale di arrivo al mercato è ancora troppo forte. Tutto questo, ovviamente, a scapito della competitività nei confronti degli operatori stranieri.

D: Come considera il tasso di innovazione del mercato degli occhiali?

R: A MIDO 2017 hanno partecipato oltre 130 nuove aziende provenienti da tutto il mondo, tra cui molte italiane, a riprova della vivacità di un settore che ha sempre qualcosa di nuovo da dire. A fronte di ciò, MIDO ha introdotto da qualche anno un’area dedicata alle start-up, che abbiamo chiamato Lab Academy, che propongono progetti innovativi sia nei materiali che nelle forme, e che permettono alle aziende anche più importanti di subire degli stimoli che sono tipici dei soggetti innovativi e degli stimoli che magari in azienda non avremmo avuto. Da ultimo mi fa piacere citare il fatto che il comparto dell’occhiale sia composto da aziende che si parlano e che fanno gruppo, che è una forza intrinseca di un settore che rappresenta un’eccellenza nel mondo.

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