
Milano Fashion Global Summit 2021: The Roaring Twenties tra gen Z e nuove prospettive
Milano Fashion Global Summit 2021: nuove generazioni e nuove prospettive nelle parole di Marco Bizzarri, Carlo Capasa, Remo Ruffini e tanti altri
La moda sta vivendo i suoi Anni Ruggenti? Secondo Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della moda Italiana, la moda sta vivendo un momento di forte recupero e conta di ritornare, entro l’anno prossimo, ai livelli pre pandemia. Si apre con una ventata di positività la ventesima edizione del Milano Global Summit, annuale appuntamento organizzato da Class Editori e Intesa Sanpaolo. La prima di tre giornate affronta il tema della generazione touch, protagonista centrale del nuovo capitolo della storia della moda.

In questo nuovo capitolo in cui il settore sembra essere caratterizzato sempre di più da una polarizzazione del mercato, la generazione touch detta la tendenze e i brand studiano nuove strategie per catalizzarne l’attenzione. Come ha sottolineato in apertura Andrea Guerra, CEO di LVMH dell’Hospitality Excellence, la pandemia ha in qualche modo cancellato i frutti della globalizzazione che ha permesso di accorciare le distanze tra culture e persone. Occorre quindi eliminare le distanze, ricreando emozioni e rapporti, trovando un nuovo equilibrio tra le diverse dimensioni, come quella fisica e digitale. Sfruttare il bello che il covid ci ha portato, un check up gratuito che ha permesso ad ogni brand di conoscere e studiare debolezze e punti di forza, sviluppando nuove strategie con la consapevolezza che c’è una vulnerabilità di base.
Gucci e Moncler alla Milano Fashion Global Summit 2021: l’importanza della community
Entrambi gli interventi, quello di Marco Bizzarri di Gucci e quello di Remo Ruffini, hanno sottolineato l’importanza di creare una community. Per Bizzarri il successo del brand della doppia G nasce dalla capacità di sapersi adattare ai tempi correnti, mettendo al centro, da cento anni, creatività e immaginazione aspetti fondamentali del lavoro di Alessandro Michele. Flessibilità e movimento sono i punti di forza di Gucci che secondo Bizzarri deve mantenere la voglia di sfidare il presente ogni giorno. Con l’arrivo del visionario Alessandro Michele nel 2015, il brand ha ampliato il suo target e la sua immagine da brand amato dalle nonne, è diventata quella di marchio amato della generazione Z.
Ma come è successo questo? Secondo Bizzarri questo è avvenuto perché i nuovi consumatori hanno compreso l’autenticità e l’empatia di Alessandro e hanno trovato una particolare affinità nel suo messaggio di inclusività e libertà di espressione. Sentirsi parte di una community è da sempre un bisogno primario dell’uomo, e Gucci esprime questo attraverso la sua moda che racconta un preciso universo valoriale.

Era il 2018 quando Moncler ha rotto gli schemi lanciando il suo progetto Genius. Un nuovo modo di creare e raccontare il mondo Moncler. Nel 2021 durante la Milano Fashion Week, Remo Ruffini fa il passo successivo e lancia MondoGenius. Un progetto globale che in contemporanea da diverse parti del mondo, racconta la nuova visione del brand. Non solo designers, ma anche attori, registi e artisti, insieme con l’obbiettivo di parlare a diverse community. Per Ruffini la sfida del futuro è trovare un equilibrio tra importanza della comunicazione e del messaggio e centralità del prodotto, oltre a quella di allineare l’esperienza digitale a quella fisica, in un mondo in cui l’una non può e non deve escludere l’altra.
Conquistare i giovani
Secondo Emanuela Prendelli gli utenti della generazione Z non si aspettano più dai brand la capacità di essere aspirazionali, non cercano l’esplicitazione di uno status ma la capacità di trasmettere dei valori. Si spiega così il grande successo di Gucci, o di campagne come quella di Valentino a favore delle vaccinazioni. I brand per catalizzare l’attenzione devono essere dei content creator, non solo dei produttori di oggetti di qualità. Il possesso, di conseguenza, non è più l’unico modo per godere dei benefici di un prodotto griffato. Centrale poi risulta essere il carattere dell’unicità, che mette in secondo piano l’esclusività. Nasce da questa esigenza la fortuna delle personalizzazioni e anche del vintage, con capi che raccontano una storia unica e irripetibile.
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