Moda

Milano Fashion Week: tutta una questione di numeri? Anche no

La Milano Fashion Week ha generato numeri importanti. Ma siamo sicuri che la moda sia soltanto una questione di cifre?

La Milano Fashion Week ha generato milioni di visualizzazioni.  43.141.784 play nel solo canale streaming, per l’esattezza. Numeri importanti, una crescita spinta dalla curiosità delle persone. Clienti delle griffe, addetti ai lavori, gente comune che ha potuto assistere alle presentazioni digitali. Ma a conti fatti, non fosse per la Cina che si riconferma mercato trainante per il lusso italiano, il rosso dei ricavi viene segnato ancora e fa temere il peggio. E lo farà a lungo termine.

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Il plauso su un generatore di numeri virtuale, in questo momento storico dove l’Italia è alle prese con la seconda ondata di Covid-19 ha la giusta attenzione che merita: nulla. Se manca la ripresa, ovviamente. Purtroppo anche il 2021 sarà un anno difficile per l’economia italiana, per l’industria della moda, ferma agli acquisti natalizi del 2019.

La moda è un engagement? Andatelo a spiegare agli artigiani

Engagement: quante volte, negli ultimi mesi, abbiamo incontrato questo sostantivo, leggendo gli articoli di giornale. “Coinvolgimento, attaccamento emotivo del consumatore nei confronti di una marca …” Sui social si tramuta in commento, like, rating, recensione. Nulla che giustifichi la reale fortuna di una collezione. Siamo in quel che viene definita quarantena di consumi e i numeri, quelli virtuali, torno a dire, servono a ben poco. Concerie, laboratori artigianali: tutto è al collasso: una ripresa lenta che spesso non fa azionare e macchinari e, peggio ancora, non fa salire le saracinesche. In Italia si contano 580 mila persone che lavorano nel settore tessile, altrettante sono le bocche da sfamare. Sono questi numeri a dover far riflettere, no un engagement generato sui social.

Siamo molto soddisfatti di questa Milano Fashion Week e di essere riusciti ad avere 22 sfilate fisiche, 62 presentazioni in presenza, rispettando tutte le precauzioni, e 41 sfilate digitali”, commenta il Presidente di Camera Nazionale della Moda Italia, Carlo Capasa. “Per questa edizione abbiamo voluto unire una fashion week fisica e una digitale, permettendo non solo alla stampa e ai buyer, ma a tutto il mondo di seguire la nostra settimana della moda. I numeri sono estremamente positivi e sono stati raggiunti anche grazie all’incredibile lavoro di squadra fatto insieme ai nostri Associati. Immagino un futuro con un ritorno all’emozione delle sfilate, con la nuova consapevolezza che il digitale è uno strumento imprescindibile per amplificare i nostri messaggi e creare un ponte che avvicina.”

Milano Fashion Week: secondo Capasa il digitale sarà uno strumento per creare un ponte che avvicina

Capasa, nel suo commento parla di un ritorno all’emozione delle sfilate, sottolineando, però, quanto sarà utile, nel futuro prossimo, il supporto degli strumenti digitali.

Secondo l’analisi di DMR Group, la Milano Fashion Week di settembre ha raggiunto sui social network (Facebook, Instagram, Twitter, YouTube e Weibo) 618.017.787 utenti e creato un engagement di 15.201.953, raggiungendo un Earned Media Value (Print, Web e Social Media) di € 35.482.952, con una crescita del 352%, sui media Web e Social, rispetto alla Digital Fashion Week di luglio, anche grazie al coinvolgimento dei brand che hanno partecipato alla manifestazione. A cui aggiungiamo il gradito ritorno di Dolce & Gabbana in calendario e il momentaneo ingresso di Valentino durante la settimana della moda milanese, “per tutelare i propri lavoratori”.

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