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Milano, rissa in Darsena durante rave party: le ultime

Milano Rissa e follia in Darsena sabato sera: rave party fra ragazzi, probabili ingerenze anarchiche. Sala condanna, “se non si rispettano le regole, poi si paga”

Sabato sera nero per Milano. Durante un rave party abusivo sulle sponde della Darsena, animato da centinaia di persone, scoppia una scazzottata fra una ventina di persone attorno alle 23qui il video.

Nessun ferito grave, ma viva la polemica dei cittadini per il mancato intervento delle forze dell’ordine. Il sindaco Beppe Sala, che aveva raccomandato prudenza e buonsenso, si schiera deciso con i carabinieri. Ma è l’ennesima dimostrazione della difficoltà nel controllare gli assembramenti.

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Si attendevano assembramenti e folla, nell’ultimo weekend libero in Lombardia prima della zona arancione, specialmente nel capoluogo meneghino. Non ci si aspettava però che la situazione degenerasse in questo modo. Tutto è partito da un rave party abusivo sui gradoni della Darsena, con tanto di impianto audio e fiumi di alcool a inebriare le menti dei circa 600 ragazzi presenti.

Un ordigno pronto ad esplodere, che infatti, poco prima delle 23, in pieno coprifuoco, esplode. Un manipolo di ragazzi inizia a saltare a ritmo di musica, all’improvviso uno di loro viene aggredito con calci e lanci di bottiglie. Mentre alcuni lo soccorrono, altre 30 persone iniziano a malmenarsi, e fra selfie e riprese della scena inizia la fuga generale. Nessun intervento delle forze dell’ordine, che pure sono appostate a breve distanza.

Dagli ultimi accertamenti, pare che il tutto sia partito dalla protesta di alcuni anarchici in favore del terrorista Dimitris Koufontinas. Tali gruppi avrebbero aizzato i giovani ubriachi e desiderosi di ribellione contro le restrizioni.

Giuseppe Sala

Sala dalle raccomandazioni alla condanna, ecco il post

Aveva messo in guardia sui pericoli di questo weekend, Giuseppe Sala, che un anno fa circa lanciava l’hashtag #Milanononsiferma.

Nel consueto video mattutino sul profilo Instagram, il sindaco aveva predicato buonsenso, promettendo contestuali aumenti dei controlli nelle zone nevralgiche, fra cui i Navigli rappresentavano un osservato speciale. Raccomandazioni che non hanno sortito l’effetto sperato: i ristoranti della zona sono stati invasi di prenotazioni e l’Alzaia si è tramutata in una fiumana di gente.

A seguito dei fatti di sabato sera, prefetto e questore hanno disposto l’immediato contingentamento degli ingressi all’area. Arrivata anche la pronta risposta di Sala, con un post Instagram:

Ieri sera intorno ai Navigli e alla Darsena c’erano migliaia e migliaia di persone. Le forze dell’ordine, tra quelle coordinate dalla Questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità… E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne, perché la città è grande e va gestita nella sua interezza.

Questa è la realtà… Di fronte a questi dati di realtà, la maggior parte dei commenti sono sulla mancanza delle forze dell’ordine. Io però sto dalla loro parte, dalla parte di uomini e donne che sono lì a lavorare e non dalla parte di chi non tiene un comportamento adeguato alla grave crisi sanitaria che stiamo attraversando…

Un’ultima riflessione. L’ho detto ieri, con questa terribile pandemia se non si rispettano le regole poi si paga pegno. Così probabilmente sarà e purtroppo le conseguenze ricadranno su tutta la comunità.

 

Assembramenti sui Navigli

Assembramenti in tutta Italia, la situazione

Una presa di posizione netta in favore delle forze dell’ordine, che appaiono sempre più impotenti di fronte ai cittadini scontenti e bramosi di una normalità perduta. Non appena le restrizioni si allentano, la gente si riversa in strada, nei ristoranti e nei locali, e i controlli sono strutturalmente inefficaci.

Scenari simili interessano tutte le principali città italiane. A Roma, sabato, diverse zone del centro, fra cui piazze e vie di Trastevere, hanno subito chiusure. Sempre a Milano, in un gremito piazzale Archinto, come documentato sui social da Selvaggia Lucarelli, sabato sera si sono addirittura visti dei fuochi d’artificio. Con il ritorno in arancione di diverse regioni, la situazione probabilmente migliorerà, ma i danni dell’ultimo “weekend giallo” potrebbero essere irreparabili.

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