Dizionario Arte

Milizia, Francesco

Architetto e teorico italiano, esponente del classicismo illuminista. Dopo i primi studi compiuti a Padova, Roma e Napoli, ed un soggiorno in Francia, dal 1761 si stabilisce a Roma e riceve da Ferdinando IV, re di Napoli e della Sicilia, la carica di sovrintendente degli edifici dei Farnese appartenenti alla Chiesa, ruolo che abbandona poco dopo per dedicarsi completamente all’attività di critico.
Particolare rilevanza e diffusione hanno subito i suoi scritti, anche se spesso sono stati considerati eterogenei e contraddittori; i più noti sono le Vite de’più celebri architetti (1768), le Memorie di architetti antichi e moderni, i Principi di architettura civile (1781), dove individua i “difetti” dell’architettura, con particolare riferimento alle opere di Borromini ed in polemica con l’architettura barocca, al fine di promuovere una progettazione priva di errori, tra i quali elenca gli ornamenti esuberanti e le esagerazioni. Prendendo a modello l’opera di Vitruvio, di cui fa propri i principi architettonici dell’unità, della simmetria e dell’euritmia, che vengono descritti nelle tre parti del testo, Milizia elabora un trattato basato su idee quali il classicismo e l’architettura come arte mimetica, ponendo in luce in particolare il rapporto con la natura. Egli unisce spesso tratti polemici ad intenti didattici, tuttavia persegue costantemente lo scopo di migliorare l’architettura del suo tempo e di promuovere una società più moderna e civile. Nel Dizionario delle belle arti e del disegno (1788) è inoltre già evidente l’influenza dell’Encyclopédie di “Diderot e d’Alembert. Nascita: Oria 1725; Morte: Roma 1798

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